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L'inizio sospeso
Dieci sono i racconti che iniziano sotto gli occhi attenti del lettore e, parallelamente, dieci sono le storie che restano sospese senza giungere ad una fine.
Il Lettore cammina tra le pagine, le tocca, vede quei caratteri neri stampati e sente il ritmo mutevole delle parole che si susseguono. Da un percorso che pare scombussolato nascono sensazioni, collegamenti ed impressioni che Calvino vuole provocare nel Lettore, il quale è posto al centro del vortice. Viene infatti esaltata la parte più pura della lettura che mette in collegamento il detto con il non detto ad opera dell'autore. Quest'ultimo non ha consistenza, è un artefice, un creatore ed è marginale allo stesso tempo.
Calvino intende smentire se stesso creando dieci inizi di romanzi del tutto differenti in contenuto, velocità e sensazioni e l'effetto è garantito. Volutamente, credo, alcuni tratti sono decisamente difficili da seguire perchè mutevoli. Tuttavia alla fin fine risulta propro questa difficoltà la chiave di volta per sviluppare innumerevoli legami tra i tempi ed i piani incrociati che si delineano.
I limiti tra la scrittura e la lettura che toccano l'apice all'interno delle pagine rilegate si frantumato. Non sappiamo più distinguere la volontà dell'autore di dare un ritmo e guidare il Lettore, dalla ricerca del Lettore stesso che vuole sapere, vuole avventurarsi, vuole immaginare o anche solo farsi cullare verso "lo scrivibile che attende d'esser scritto".
Se una notte d'inverno un viaggiatore è un libro ostico, a mio parere, non semplice perché prende il Lettore e sfliaccia, ad uno ad uno, i fili conduttori che con fare ostinato vorrebbero strutturarsi nella sua mente.
Un Lettore, una Lettrice, due vite si amalgamo tra dieci romanzi che si intrecciano secondo un ordine caotico perché "al romanzo da leggere si sovrappone un possibile romanzo da vivere".
Storie di libri e del posto che essi rivestono nella quotidianità di chi, tra un ritaglio di tempo e l'altro, si immerge nelle pagine scritte. Infatti "la tua casa essendo il luogo in cui tu leggi, può dirci qual è il posto che i libri hanno nella tua vita, se sono una difesa che tu metti avanti per tenere lontano il mondo fuori, un sogno in cui sprofondi come una droga, oppure se sono dei ponti che getti verso fuori, verso il mondo che t'interessa tanto da volerne moltiplicare e dilatare le dimensioni attraverso i libri".
L'autore analizza molti aspetti legati all'editoria, alla scrittura, all'estro creativo ed al valore che il contenuto dei libri acquisisce per chi legge, a prescindere da tutto ciò che l'autore stessa avrebbe voluto trasmettere o meno. La "lettura è solitudine" e la storia è quella percepita dal lettore, non a caso, la scrittura "continuerà ad avere un senso solo quando verrà letta da una persona singola tramite i suoi circuiti mentali".
Al pensiero di quanto NonDetto si trae da questo breve volume vengono alla mente quante possibilità si celano nelle PAROLE. Parole che una volta scritte nero su bianco assumono mille forme, mille varianti a seconda dei Lettori nei cui occhi le parole si riflettono per riflettersi ancora. L'apice di ciò che la scrittura può e vuole donare che consiste nella libertà che ne deriva. Un elogio alla scrittura, un elogio al Lettore, ecco come va preso questo romanzo eclettico, unico particolare, a mio parere.
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Purtroppo però , per lui giunse la morte. ( Per questo ho usato il condizionale).
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