Dettagli Recensione
Punta d’amaro
Vani è una ragazza di trentaquattro anni ma ne dimostra dieci in meno.
Capelli corti e corvini. La gente la rivede come la protagonista di un altro libro, Lisbeth Salander. Chi non conosce “uomini che odiano le donne”?
Forse è per il suo secondo nome? Cassandra. Forse è a causa di un passato irrequieto che Vani, la nostra protagonista ha una dote, un’intelligenza fuori dal comune che si chiama Empatia. Ed è per merito dell’empatia che è riuscita a trovare il suo posto nel mondo lavorativo: lei fa la Gostwriter per le edizioni L’Erica di Torino.
Cosa mi ha dato la punta di amaro?
Il libro si può dividere in due: il lato “poliziesco”, personalmente l’ho trovato troppo banale.
La storia d’amore mi è piaciuta. Era curata e non scontata. Chi ha mai detto che ci vuole sempre il lieto fine?
Il libro ha tre solidi motivi per farsi piacere:
1. È pieno di riferimenti ad altri libri; questo è un punto a favore per dare voto positivo.
2. La protagonista che di mestiere fa la gostwriter, vuoi perché ha un carattere APPARENTEMENTE menefreghista, che veste sempre di nero, vuoi perché è fuori dal comune, piace a tutti. A me è piaciuta soprattutto perché è come me. Molto empatica. Mi hanno detto che essere empatici è una forma d’intelligenza adesso ne ho la conferma.
3. A maggior parte dei lettori piacciono i libri scorrevoli. Prima o poi se leggi libri complessi, hai bisogno di libri come questo. Hai bisogno di leggerezza.
Questi punti, sono ciò che hanno fatto del libro un vero best seller.