Dettagli Recensione
Noi non facciamo la cronaca, noi viviamo la Storia
Ogni libro cela una domanda; quelle di questo libro sono molte e ne ho amata ognuna:
La cultura ha un ruolo civile o è fine a se stessa?
È correlata al mondo o estemporanea?
Chi è l'intellettuale?
Cos'è l'anima? Ma soprattutto, è unica?
È preferibile vivere nel passato o forse nel presente?
Affascina di più la vita o la morte?
Non si può leggere questo libro e non innamorarsi della singolare figura di Pereira e del suo rispettivo opposto, Monteiro Rossi.
L'uno, anziano giornalista che, paradossalmente, ignora il presente e vive nel passato, amante di limonate e scrittori francesi, attirato dalla morte; l'altro, giovane laureato, fiducioso nel presente ed insito nella storia ma soprattutto amante della vita.
E come possono, due storie così diverse intrinsecarsi per dipendere l'una dall'altra?
Ma questo libro è anche critica ai regimi totalitari e un elogio a tutti coloro che hanno il coraggio di opporsi, di scrivere, senza remore, il proprio nome in basso a destra, alla fine di testi che parlano di verità.
Degno di nota è anche il brillante stile di Tabucchi, denso di melanconiche ripetizioni che immergono nella nostalgica figura di Pereira.
E voi? Cosa aspettate a scoprire cosa sostiene Pereira?
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