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L'animale che mi porto dentro
 
L'animale che mi porto dentro 2019-08-19 17:32:28 CRISTIANO RIBICHESU
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
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CRISTIANO RIBICHESU Opinione inserita da CRISTIANO RIBICHESU    19 Agosto, 2019
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Sicuramente un sutore coraggioso


All’autore di questo romanzo è stato assegnato il Premio Strega nel 2014 per “Il desiderio di essere come tutti". Molto si discute in merito a questo riconoscimento negli ultimi anni, spesso il verdetto è criticato. Ho letto molti pareri contrari alla vittoria di “La ragazza con la Leica" e anche io ho personalmente preferito “Resto qui" di Balzano.
La mia personale esperienza con altri Strega comprende la lettura di “La scuola cattolica" di Albinati e chi lo conosce converrà che si tratti di un tomo piuttosto ostico da sorbire. Sono quindi propenso a credere che la giuria di questo ambito premio sia da anni alla ricerca di qualcosa che risulti il più lontano possibile dal romanzo convenzionale. Non è la storia in sé che importa e nemmeno un particolare stile di scrittura. Ciò a cui si tende a dar credito è il contenuto filosofico e culturale.
Dopo questa divagazione mi dedico senz'altro alla lettura appena terminata, alla fine della quale sono sicuro possano esistere molteplici reazioni. Le più lontane tra loro potrebbero portare a domandarsi: “ma questo non sa più che cazzo scrivere?”, ma è certamente possibile udire il commento: “mi sono immedesimato totalmente nel protagonista della storia".
Dove sta quindi la verità? È questo il bello della letteratura nella sua interezza. Il gradimento sarà sempre soggettivo.
L’animale di cui parla Piccolo risiede secondo lui in ogni uomo, ogni maschio che si sente parte di un gruppo contrapposto all’altro sesso. L'immagine di copertina è rivelatrice. Al passaggio di una donna avvenente, coloro che sono ritratti in quella fotografia sono rapiti, estasiati e comunque rivolgono a lei la loro attenzione, forse nella speranza di attirare la sua.
Il romanzo pare autobiografico e mi spinge a complimentarmi con l'autore perché le sue affermazioni tendono a essere impopolari, soprattutto per l’universo di lettrici femminili. L’approccio al sesso che, fin dall'infanzia si sviluppa nella mente del protagonista, influenzato da autentici mostri sacri dell'erotismo, lo conduce a una forma quasi perversa di rapporto con le donne.
Bisogna inoltre ammettere che talvolta i concetti sono ridondanti o procurano disappunto.
Concludo dichiarandomi grato all'autore per due motivi. Il primo è poco rilevante per molti, ma trovo esilarante la riesumazione del mitico “Lando tre palle" (pochi capiranno). Il secondo riguarda il mestiere di sceneggiatore che Piccolo porta avanti e in particolare sono davvero felice che abbia consegnato a Paolo Virzi' una storia splendida e emozionante da cui è nato il film “La prima cosa bella".

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Commenti

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Sì il Premio Strega sta vivendo molti cambiamenti tecnici ( la candidatura) ed anche discutibili . La ricerca di un testo non convenzionale da premiare per me è positivo.
Quanto all' autore avevo un libriccino che non ho più aperto, "Momenti di trascurabile felicità". Alla luce del tuo commento sono veramente incuriosita, perché mi ricorda lo stile provocatorio di Houellebecq che apprezzo moltissimo.
Un autore che non mi suscita alcuna curiosità.
In effetti Piccolo cita più volte Houellebecq. La mia non voleva essere una critica ai criteri di selezione della giuria.
In molti potrebbero rimanere delusi e pensare che avrebbero potuto leggere ben altro.
In risposta ad un precedente commento
archeomari
22 Agosto, 2019
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Si era capito, Cristiano. Invece io volevo criticare i nuovi criteri. Si parte da una selezione veramente troppo ampia, troppi titoli e non ha senso secondo me.
Bene, cita Houellebecq, da segnare subito! Grazie
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