Dettagli Recensione
Futuro
“Il grande futuro” fa parte della Trilogia dell'Altro, tre romanzi di Giuseppe Catozzella che vogliono raccontare lo Straniero attraverso tre momenti topici: la Guerra, il Viaggio e l'Approdo.
Questo romanzo (che io ho letto per ultimo) dovrebbe quindi rappresentare il primo volume dell'ideale Trilogia, perché, appunto, racconta la guerra. Si tratta di una guerra molto lontana nello spazio rispetto a noi, eppure reale, della quale ci sono arrivate eco indefinite di distruzione e morte riportate dai mezzi di comunicazione.
L'autore, prima di scrivere il romanzo, ha voluto conoscere questa realtà in modo più concreto: si è recato al confine tra Kenia e Somalia ed ha preso contatti con alcuni giovani fondamentalisti islamici. Uno di loro gli ha raccontato la sua storia, che ha dato vita a questo romanzo.
Lo stile è volutamente fiabesco, la sintassi è estremamente lineare, le frasi sono formate da poche parole evocative. Sono stati intenzionalmente tolti dal testo i riferimenti spazio-temporali precisi. Catozzella ha infatti dichiarato, in alcune interviste che si possono facilmente trovare sul web, che questa scelta è nata dalla volontà di rendere la storia di Amal universale come una fiaba o una leggenda.
Tornando alla trama, il romanzo racconta la crescita e la formazione di un ragazzo nato in un villaggio africano, da qualche parte fra Somalia e Kenia. Ancora piccolo, il bambino salta in aria su una mina e miracolosamente sopravvive grazie ad un tempestivo intervento al cuore. La madre cambia il nome al bambino, che da Alì diventa Amal, Speranza. Amal cresce irrequieto: suo padre è un servo e anche a lui dovrebbe toccare quella sorte. Il suo migliore amico è anche il figlio del padrone di suo padre. Tutto ciò calato in una quotidianità fatta di violenza e di guerra. I due amici giocano sparando con un fucile, vanno a spiare i guerriere ribelli islamici, i Neri, che intanto rapiscono, picchiano, uccidono. Lo stesso fa anche l'Esercito Regolare: in realtà non vi è differenza fra il modus operandi delle due parti in guerra.
Amal compie un percorso molto difficile: in lui sono presenti due forze contrapposte, quella del bene e dell'amore e quella della rabbia cieca e della violenza. Le sperimenterà entrambe, fino in fondo.
Un romanzo che ci racconta dall'interno cosa vuol dire nascere e crescere in un Paese in guerra, dove è normale essere rapiti da bambini per andare a morire come martiri o “guerrieri di luce” oppure, se femmine, diventare le schiave sessuali di questi guerrieri. É normale nel senso che è un destino comune, di cui nessuno si scandalizza più, certo è una vita infelice, squallida e senza speranza. Una vita che toglie la voglia di vivere e fa desiderare di poter passare in Paradiso prima possibile, dopo aver compiuto i più feroci atti di violenza.
Fra i tre romanzi della Trilogia dell'Altro (che comprende anche “Non dirmi che hai paura” ed “E tu splendi”) questo è quello che mi è piaciuto di meno. Non sono riuscita ad entrare in empatia con il protagonista, forse a causa dello stile eccessivamente fiabesco che non permette un approfondito scavo psicologico là dove invece lo avrei sentito necessario. In ogni caso lo consiglio, è una storia che può arricchire il lettore riportando in forma romanzata anche un punto di vista diverso dal nostro e che alla fine si apre alla speranza ed al futuro.
Indicazioni utili
"E tu splendi" dello stesso autore
Commenti
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Tu però lo consigli perché arricchisce il lettore insegnandogli un punto du vista insolito. Ci penserò...
Per quanto riguarda Catozzella, ti consiglio anche "E tu splendi "!
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Ma quando riaprono la biblioteca e la libreria? Mi sento un leone in gabbia. Ancora sei giorni, ancora sei giorni. Posso farcela (come se poi mi mancassero i libri da leggere).