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che tristezza
Una canna al vento, una barchetta in balia delle onde, o una pallina tre le mani di un bambino. Io vedo così Erri Gargiulo. Già proprio scritto Erri. Triste perché non condivide la direzione che prende la sua vita, eppure incapace o poco desideroso di impegnarsi a scegliere quale bivio imboccare.. Succube di una madre autoritaria, innamorato della matrigna, invaghito del patrigno e in qualche modo geloso o invidioso di tutti i fratellastri e le sorellastre. Erri come da copione finisce sposato con una donna che non poteva che essere forte e decisa. Tanto decisa e convinta del proprio potere sul marito da concedersi il lusso di una breve convivenza con un altro uomo, salvo poi tornare con armi e begagli dal marito senza seppure porsi il problema che i suoi piani posano esser altri. Dopotutto quando mai Erri ha avuto dei piani? Tomanzo piuttosto complesso dove vengono tirati in ballo molti temi e che secondo me può avere delle letture anche molto diverse da quella che ho fatto io. Si tirano in ballo le famiglie allargate con tutte le loro complicazioni, le incertezze degli attuali quarantenni. Uomini e donne che nella generazione scorsa se non pensavano a fare i nonni e i pensionati poco ci mancava. Oggi invece sono poco più che ragazzini indecisi su che cosa fare, ma poi ce l'hanno qualcosa da fare?. Così è Erri sempre pronto ad adeguarsi a quello che gli altri hanno deciso per lui, mai preparato a difendere le proprie idee, perché in fondo non si è mai soffermato a svilupparle. Decisamente ragioni per essere triste e restare sveglio in balia della sua tristezza le ha.
Una trama così complessa e temi cos' importanti avrebbero meritato una maggiore fluidità. Trovo a tratti piuttosto pesane la prosa, fino a diventare difficile da seguire.
Indicazioni utili
- sì
- no