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IL REQUIEM POP
Con poche parole realizziamo un’immagine: Lisbona, viali alberati, l’ultima di domenica di luglio, è mezzogiorno, fa caldissimo, la città è pressoché deserta, un uomo guarda l’orologio, c’è il silenzio tipico di una città quando tutti sono al mare, fa caldo, l’uomo ha un appuntamento alle ore 12 ma ancora non si vede nessuno, fa caldo, l’uomo aveva appuntamento con un grande poeta ormai defunto, forse con le ore 12 si intendeva la mezzanotte? Se è defunto è un fantasma e i fantasmi si vedono a mezzanotte mica a mezzogiorno, ma poi si può fissare un appuntamento con un defunto? Fa davvero molto caldo, poco più in là c’è un parco con delle panchine magari lì è un po’ più freschino….
Inizia così un’avventura lunga 12 ore che porta il protagonista di questo romanzo ad incontrare una serie di personaggi che si confondono tra il reale e il surreale, “oggi per me è un giorno molto strano , sto sognando ma mi pare di incontrare persone che esistono soltanto nel mio ricordo”, sono personaggi che, ognuno per conto proprio, tessono una trama e portano il protagonista (…Tabucchi stesso) ad affrontare un viaggio nel proprio passato e nel proprio subconscio e con l’unico scopo di arrivare alla mezzanotte per incontrarsi con il grande poeta, il protagonista si gira e si vive Lisbona, in quei luoghi incantevoli , caldi e accoglienti, tra i mercatini di Carcavelos e la Brasileira e già la nostra immaginazione ci porta al più famoso caffè di Lisbona con il grande bancone di legno scuro invecchiato, i maestosi lampadari, tra le spiagge di Cascais e la Casa do Alantejo e anche lì i nostri occhi vedono una spettacolare casa in stile arabesco, con tanto di patio e sale ricoperte di azulejos, assaporando le pietanze tipiche come la feijoada, il sarrabulho (di cui anche il lettore prende nota della ricetta) o la sargalheta e poi c’è l’imbattibile sumol di ananas, bevanda tipica portoghese, l’ideale per digerire, pietanze che per i nomi che hanno sembrano esotici ma che per gli ingredienti che li compongono “fanno casa” ….
Potrebbe essere una guida turistica romanzata, un magnifico omaggio al Portogallo, o semplicemente una storia surreale che porta il lettore a vivere tutto ciò che il protagonista di questo racconto vive, tra sogni, sorrisi, curiosità, ricordi, oppure è tutto questo splendidamente assemblato insieme da Tabucchi, che ha avuto la capacità di regalarci una storia onirica ricca di personaggi genuini a partire dallo stesso protagonista che non ha nome ma sappiamo che è un italiano che ama profondamente il Portogallo e il portoghese e che quindi associamo a Tabucchi stesso, per poi passare ai vari personaggi che popolano questo romanzo dove inevitabilmente ti scegli i preferiti, io ad esempio ho amato il tassista, la moglie del signor Casimiro e il barman del Museo di Arte Moderna (questi ultimi due danno due ricette che promettono bene).
Come lo definisce Tabucchi stesso, questo è un Requiem che non ha la solennità delle orazioni eseguite con un organo e con l’acustica delle cattedrali, bensì è un Requiem suonato con un’armonica che si può tenere in una tasca o un organetto che si può portare per strada, pertanto è un’orazione alla semplicità di Lisbona e dei lusitani .
Io personalmente amo molto Lisbona e anche Antonio Tabucchi l’ha amata molto, il suo amore verso questi luoghi si percepisce, attraverso le sue parole riesci vedere luoghi e a sentire sapori, per me è una ragione in più per apprezzare questo grandissimo autore che ha una capacità descrittiva unica, ecco un’altra fotografia che questo romanzo ci regala: “La notte è calda, la notte è lunga, la notte è magnifica per ascoltare storie, disse l’uomo che venne a sedermisi di fianco sul muro del piedistallo della statua di Don Josè. Era davvero una notte magnifica, di luna piena, calda e tenera, con qualcosa di sensuale e di magico, nella piazza quasi non c’erano macchine, la città era come ferma, la gente doveva essere rimasta alle spiagge e sarebbe tornata più tardi, il Terreiro do Paco era solitario, un traghetto fischiò prima di partire, le uniche luci che si vedevano sul Tago erano le sue, tutto era immobile come in un incantamento,…..Questa è la notte dei poeti , disse, dei poeti e dei fabulatori, questa è una notte ideale per ascoltar storie, per raccontarle anche, non vuole ascoltare una storia?”
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