Dettagli Recensione
Storia del dentro e del fuori
La Capriolo è scrittrice essenziale, un'artigiana della parola che sfocia nell'arte pura. Ciò era per precedenti lavori come "Il nocchiero" e "Il doppio regno" , così come in certi passaggi di "Mi ricordo". Come sempre i personaggi sono intensi e veri, carichi di vita vissuta e ricordi, dolori e sentimenti contrastanti, che l'autrice ci svela con l'andare del romanzo, ritmico e piacevole come una canzone, musicale anche nei drammi personali che si svolgono in un filo conduttore che mai ci lascia, intersecandosi ne finale con la fusione delle storie parallele delle due protagoniste, Adela e Sonja. Pian piano le conosciamo nelle loro debolezze e nella loro intimità, nelle loro speranze e nelle loro illusioni, comunque coraggiose nel solcare le pagine più nere della storia con una sorta di levità, nonostante la tragedia dei popoli e le miserie umane, la guerra, la necessità di sopravvivere a costo di spezzarsi dentro senza mai più riaversi. La Capriolo è originale nel linguaggio e nella scelta di rendere il ritratto di una delle due protagoniste mediante l'epistola. Così facendo riannoda il passato con il presente, fatto sia di luoghi che di personaggi. Ci da anche una speranza di ripartenza, se non di rinascita, con la possibilità di trarre dal vissuto personale intimo almeno l'acquisizione di una consapevolezza dell'esistere che la protagonista ha perso suo malgrado. Gli ambienti e i rimandi sono degni della migliore letteratura classica. Con un'autrice come questa occorre però saper leggere tra le righe, poiché il livello è molto alto e ad una lettura non preparata questo romanzo, come tutti i lavori della Capriolo, potrebbe apparire etereo e kafkiano, senza un significato preciso, che invece trapassa le pagine come la luce di un faro nel Novecento delle protagoniste e nel nostro.