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Un rifugio scomodo
Il titolo di questo ultimo romanzo di Giuseppe Culicchia rimanda e a ragione (così è anche l'intenzione dell'autore) al ben più famoso “Cuore di tenebra” di Joseph Conrad; anche qui, come nel romanzo di Conrad, si parla di un'ossessione, il seguire a ritroso un fiume che inevitabilmente porta al cuore nero dell'Europa, il Terzo Reich.
Federico Rallo, ex famoso direttore d'orchestra da anni residente a Berlino, è morto. Il figlio minore Guido, fotografo trentaquattrenne, è costretto a partire per organizzare il funerale e sistemare le ultime cose visto che il fratello maggiore Pietro non parlava con il padre da anni e la madre ormai vive in Vietnam con un nuovo compagno. Il Maestro Rallo ha vissuto gli ultimi anni in solitudine e quasi in povertà dopo due eventi che hanno sconvolto per sempre la sua vita: aver abbandonato la famiglia sulla scia di una passione effimera ed essere stato licenziato dalla direzione dei famosi Berliner per presunte simpatie naziste.
Questi due eventi sono strettamente collegati fra loro, è quello che Giulio scopre leggendo gli appunti lasciati nel computer dal padre. Federico Rallo non si è mai perdonato di aver distrutto la famiglia e aver costretto i suoi due bambini a vivere la loro infanzia con la continua mancanza di una dei due genitori, ed è stato sopraffatto dai sensi di colpa anche per non essere riuscito a creare un rapporto col figlio maggiore mai cresciuto a causa di una relzione simbiotica con la madre.
Da qui nasce l'ossessione: ripetere la perfetta esecuzione della Nona Sinfonia diretta da Furtwangler nel 1942 in occasione del compleanno di Hitler e dopo aver costretto la sua orchestra ad estenuanti quanto insoddisfacenti prove viene licenziato. Ma l'ossessione si amplia fino a rimanere affascinato dalla figura di Hitler, dal Reich e dai suoi comprimari (Goebbels, Heydrich, Himmler e Goering) al punto di giustificare e quasi comprendere tutto ciò che successe in quegli anni terribili. In definitiva cerca di espiare una colpa macchiandosi di una colpa più grande: rifugiarsi in un passato “sbagliato”. Giulio, dopo lo sgomento iniziale, riesce a comprendere il padre riallacciando il filo dei ricordi, il suo esserci sempre, il suo averli amati immensamente, il suo vivere per loro, il suo cercare di essere nonostante tutto una famiglia. E' da morto che Federico Rallo riesce nel suo intento: i due fratelli SONO una famiglia, l'amore che ha avuto per loro ha dato i suoi frutti e queste sono forse le pagine più belle e toccanti di tutto il libro. Avendo letto moltissimo tempo fa “Tutti giù per terra” posso adesso dire che Giuseppe Culicchia è cresciuto e lo dimostra con questo suo ultimo lavoro. Tutto scritto in prima persona con uno stile incisivo, quasi come un diario, intervallato da foto e innumerevoli riferimenti alla Storia presente e passata, “Il cuore e la tenebra” è anche un romanzo calato nell'intimo di tutti noi poiché affronta tematiche come l'egoismo, la dissoluzione della famiglia e le sue ripercussioni, le imperfezioni, le debolezze, le rovine interiori che ci portiamo dentro.
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Con l'autore sono rimasto al suo libro d'esordio, "Tutti giù per terra". Un testo che mi lasciò assai tiepido.