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Storia della bambina perduta
 
Storia della bambina perduta 2019-07-31 16:09:06 alexandrasc
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
alexandrasc Opinione inserita da alexandrasc    31 Luglio, 2019
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Storia di due amiche reali

Finito adesso il quarto libro della tetralogia "L'amica geniale" e come sempre ad ogni conclusione rifletto nei miei sentimenti e su quanto mi sia piaciuto.
Se devo dare un giudizio complessivo per tutti e 4 i libri darei un 7, appena sufficiente.
La cosa che non posso negare, di assoluta positività, è che li ho letti tutti, più di 1400 pagine totali, tutto d'un fiato in meno di 3 settimane.
E' stata una corsa contro il tempo per colmare quel senso di superficialità nelle vite descritte delle due protagoniste e di ricerca di soddisfazioni per entrambe.
Posso dire però, che a conclusione dell'ultimo libro, quella insoddisfazione non si è colmata.

Un aggettivo che vorrei dare del libro è "Superficialità".
E' un libro autobiografico e retrospettivo ma affrontato con una certa assenza di sentimenti e trasporto.
Un elencare e susseguirsi di avvenimenti, più o meno belli, più o meno tragici, più o meno passionali, tutti con stesso tono asettico.

Delle due protagoniste rimane fino alla fine il dubbio di chi fosse davvero "l'amica geniale".
Chi fosse davvero quella a vivere la vita in totale pienezza e consapevolezza.

Lenù, bella, intelligente, fortunata nell'avere la possibilità di studiare e raggiungere grandi traguardi, ma non abbastanza determinata per capire quale fosse il vero scopo della sua vita.
Fino alla fine delle righe la sua unica meta era non sfigurare nel confronto con l'amica.
Nella vita, negli amori, nella famiglia e nel lavoro.
Sembra farsi trasportare dagli eventi, come fosse in balia delle acque di un fiume.
Non ha mai lottato veramente e deciso nulla con la sua testa.
Non ha sfruttato mai con pienezza per se e per le sue figlie la fortuna di crearsi un avvenire del tutto diverso dalle squallide vite del Rione.
Se non fosse stato per il marito, con cui ha vissuto solo per pochi anni, non avrebbe dato un futuro decente neanche alle sue figlie.
Vive una giovinezza con il sogno di lasciare il Rione e quando ne ha tutte le possibilità non lo fa.

Lila, avvenente e sensuale, intelligente, meno fortunata ma più grintosa ad affrontare la vita. Perfida.
Vive una delle sfortune peggiori che possa qualsiasi mamma augurarsi, ma anche questo suo immenso dolore viene affrontato dalla scrittrice con superficialità.
Superficialità dal punto di vista di mamma, e superficialità dal punto di vista di amica/sorella che ama la bambina quasi quanto la sua.

Si sente una superficialità nell'affrontare temi difficili quali la camorra, la droga, la povertà degli anni '50, l'ignoranza, il desiderio di rivalsa dalla vita.
Nel primo libro potrebbe essere giustificato dagli occhi di una bambina che può non vedere in pienezza gli orrori della realtà.
Ma non può essere giustificata l'assenza di cognizione di una piaga come la camorra per una cittadina nata, cresciuta e vissuta nel Rione.

Si notano gli errori di "ignoranza" di chi vuole affrontare certi temi ma che non li conosce.

Escludo che la reale autrice sia una donna della vera Napoli.
C'e' l'ingenuità di chi vuol far finta di esserlo.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
I primi 3 libri della tetralogia
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Commenti

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Ottima recensione Alessandra! Ti confesso che fin dalll'incipit , mi è restato un oggetto
misterioso il successo planetario della tetralogia ferrantiana , che a me ha detto e "dice poco o nulla "!
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