Dettagli Recensione
Uomini in scatola
Pregio di Malvaldi è lo spaziare oltre il proprio filone principale. L'autore infatti è noto e conosciuto principalmente per la fortunata serie di romanzi del "Bar Lume" , trasposti televisivamente e ormai giunti ad sette capitoli più una raccolta di racconti, ma ha dato prova di grande stie e abilità narrativa ambientando le sue opere anche in ambiti diversi (vedasi "Odore di chiuso" con l'Artusi protagonista o "Argento vivo" che mi sa di riferimenti autobiografici). In questo lavoro che si dipana essenzialmente più come un "racconto lungo" entrano in campo elementi molto interessanti e sociali. Salim, il protagonista, migrante laureato giunto in Italia a seguito di una truffa, ha la sventura di fidarsi di un cugino coinvolto nel traffico di droga, e diviene vittima del sistema che lo porta a condanna e detenzione. Egli però riuscirà nel difficile (ma non drammatico) habitat carcerario a trovare dimensione culinaria, di dialogo con le figure positive delle guardie (ovviamente positive e negative) suggerendo al lettore una visione se non confortante, almeno di speranza in senso lato, pur soggettiva ma comunque realizzabile. Ecco quindi emergere il valore della dignità umana, dell'adattarsi alle situazioni anche avverse, con una certa dose di ironia e saggezza. Altro pregio è la leggerezza stilistica nell'affrontare un tema forte, evitando la facile polemica sia di tipo paternalistico e fraterno sia viceversa di condanna a prescindere dei rei. Malvaldi (coadiuvato da Ghammouri) fa risaltare la nobiltà morale dell'individuo all'interno di un contesto che viceversa porta l'essere umano a degenerare e non al recupero. Bel messaggio sociale di possibilità di redenzione e reinserimento, che pone in secondo piano il contenuto "giallo" del libro, che come sempre è godibile e originale.