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Un marito
 
Un marito 2019-06-26 18:50:04 Antonella76
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    26 Giugno, 2019
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Frammenti



Mi sono avvicinata a questo libro perché era in corsa per lo Strega (cerco di capire la scelta delle varie candidature)...ed ora che non lo è più, sento di poter affermare che sarà un grande assente.
Meritava di più. E soprattutto più visibilità.

Una scrittura piena, in eruzione.
Si sente che ogni parola non è stata messa lì per caso, che è il risultato di un lungo processo di scelta, di cura del dettaglio.
La struttura del romanzo è originale, Vaccari ci parla di un prima e di un dopo, lasciando un buco nero centrale, dal quale ci fa inghiottire per gradi.
Le descrizioni...di Marassi, del cibo, di Milano...sono pazzesche; io confesso di non amarle molto in generale, ma non posso non ammettere che siano fatte in modo strepitoso.
Ma è la maniera in cui affronta la perdita, il rifiuto della stessa, la sua non-elaborazione, ciò che mi ha più colpito.
Vaccari è riuscito ad indagare un dolore senza essere minimamente sentimentale, ma riuscendo a farti percepire esattamente il senso di smarrimento e disperazione di chi si ritrova privato di una parte importante di sé.
Sì, perché Ferdinando e Patrizia, pur essendo in due, in realtà costituivano un unico "sé", e non in senso propriamente romantico...ma come se avessero paura, timore di affrontare la vita, incapaci di guardare fuori dalla finestra delle proprie abitudini, incapaci di muoversi autonomamente nel mondo come singole entità.
Loro si bastavano.
Si alimentavano della loro routine.
Si saziavano dei loro gesti sempre uguali.
Si realizzavano unicamente nella gestione della loro rosticceria...anche questa, come loro due, chiusa alla modernità, sostenitrice della tradizione, immune al cambiamento, luogo per "i patiti dell'antiquariato gastronomico".
Si sentivano sicuri solo dentro le regole e i doveri che si erano autoimposti all'inizio, e ripetuti meticolosamente ogni giorno, tutti i giorni.
Sempre uguali negli anni.
Ossessionati da un amore, il loro amore, chiuso, solido come una roccia, eppure estremamente fragile, bisognoso di proteggersi da qualunque cambiamento che potesse rompere gli equilibri.

Ferdinando, alle soglie dei 50 anni, lo fa...chiede una boccata d'aria fresca, un'uscita fuori dai binari prestabiliti...rigorosamente insieme per carità, ma lontano dal quotidiano.
Solo due giorni.
7 e 8 Dicembre. Milano. Una vacanza.
Ecco la paura.
La paura di scoprirsi diversi, di avere voglia di altro, di guardarsi intorno, di stupirsi, di ritrovarsi cambiati, di non riconoscersi più.
Rimanere saldi, non lasciarsi entusiasmare troppo, questa è l'unica vera regola.
Un mantra da ripetere e ripetere.

Ma Ferdinando e Patrizia sono destinati ad esplodere, a diventare frammenti.
Una mano li prende e li scaraventa lontano.
Per la prima volta, lontani.
Soli.

Un romanzo denso di significati, in cui c'è tanto (perfino la distopia)...dall'analisi del rapporto di coppia al terrorismo, dalla paura del cambiamento all'importanza dei valori (primo fra tutti il lavoro), dalla normalità del quotidiano alla spettacolarità mediatica, dal privato al pubblico, dall'amore alla morte.

Un libro potente, dove il senso di vuoto e di perdita (dell'amore, delle abitudini, delle certezze, del senso d'identità) deflagra come un'esplosione.
Una bomba quando meno te l'aspetti.
Poi...i frammenti...

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Commenti

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Ciao Antonella, dalla tua bella recensione posso capire che hai apprezzato molto questo romanzo: a me invece è piaciuto davvero poco! Non è riuscito a coinvolgermi, troppo costruito e artificioso, secondo me.
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