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La perfezione è un attimo che sfugge alle regole
Tutto sarà perfetto di Lorenzo Marone narra la difficile relazione tra il padre Libero, ex comandante di nave, e il creativo figlio Andrea: un rapporto spesso di forza (“La mia voglia di tenergli testa a ogni frase, come ho sempre fatto”), con qualche complicità (“Sei capace di tenere un segreto?”) e con qualche ironia (“Da morto potrai scegliere con tutta calma quale casa infestare”), con schermaglie e pudori (“In che senso?”), che inesorabilmente giunge al capolinea a causa della malattia di Libero.
Andrea accondiscende alla richiesta del padre ed esaudisce il suo desiderio di rivedere la natale Procida. Scorrono così i luoghi della bellezza (“Giù a Ciraccio, sotto ai faraglioni… Non sono quelli famosi di Capri, ma due spuntoni di roccia che affiorano dal mare, sulla spiaggia di Ciraccio”) e della memoria (il porto della Corricella, Piazza dei Martiri, la chiesa della Madonna delle Grazie, “Terra Murata, un borgo medioevale in cima all’isola”, “l’isolotto di Vivara, con la spiaggia di ciottoli e conchiglie nascosta dietro la scogliera”, l’Epomeo) in fotogrammi lirici ed emozionanti.
Ma la resa dei conti è in agguato (“In due giorni le ho distrutto uno specchio, un materasso, un magnete orribile, le ho rovinato una fodera di broccato, e adesso le ho smarrito il cane. E le riporto un padre che non prende le medicine da ore e si fa le canne”) dietro ai ricordi, alle fotografie, alle insidie dei rapporti familiari e dell’amore. Perché “la perfezione è un attimo che sfugge alle regole.”
Giudizio finale: mnestico, fotografico, isolano.
Bruno Elpis