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Il coraggio di una donna
Nadia Fusini è autrice e traduttrice; scrive veramente bene, ha uno stile elegante e armonioso che impreziosisce la sua capacità di analisi.
In questo libro racconta in prima persona la vicenda di una donna maltrattata; le voci narranti sono due: quella del poliziotto che raccoglie la sua deposizione e Maria stessa.
In questo libro racconta la storia di una donna come ce ne sono tante, Maria, una ragazza semplice e ingenua che s'innamora dell'uomo sbagliato; la sua vita diventa un incubo e lei è annientata dalle violenze fisiche e psicologiche inferte dal marito, un frustrato e un sadico, consapevole della superiorità intellettiva della sua compagna. Per una strana legge naturale, la vittima rimane attaccata al suo carnefice, o perché è affascinata dalla sua forza e dal suo potere su di lei, o per il gusto di disprezzarlo: “Ma nell’incontro con Giovanni io sono arrivata a covare nel mio cuore l’odio. Giorno dopo giorno si faceva sempre più forte l’istinto, questo sì sadico, di assistere alla degradazione di un’anima”. Per non impazzire trova rifugio nel mare in cui si tuffa felice attingendo energia e poi nel figlio che concepirà.
La voce narrante non è una sola: in buona parte è quella di un poliziotto che trascrive la storia che la donna racconta alla psicologa della questura e per il resto è quella della vittima.
“Io vivevo letteralmente nel buio, ma questo non significava che non ci potesse essere da qualche parte la luce. Poi, ecco che una luce mi apparve. Sì, una volta vidi una luce che mi abbagliò, e mi resi conto che non è solo il buio ad accecare. Venne dal di dentro quella luce, come un bene che sale dalle viscere: perché con tutto il male, e con tutto l’orrore di un’esistenza che neppure immaginate, ridotta a un animale maltrattato, affamata d’amore, senza nessuno che avesse per me un gesto umano, concepii nel mio ventre una vita nuova”. Pagina 57.
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