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Canale Mussolini
 
Canale Mussolini 2019-06-10 21:05:50 leogaro
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
leogaro Opinione inserita da leogaro    10 Giugno, 2019
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Ironica saga del '900

La vicenda inizia col ‘900, prosegue attraversando la prima guerra mondiale, si snoda tortuosa tra il biennio rosso e l’avvento del fascismo, fino a seguirne l’apice e l’eclissi dopo il secondo conflitto mondiale. Ma non è un libro di storia: è una saga familiare, quella dei componenti della famiglia Peruzzi, che s’intreccia molte e molte volte con i fatti principali che ha vissuto l’Italia in oltre 50 anni di vita.

E’ il 1904 quando il nonno, capofamiglia, assiste ad un comizio del riformista Rossoni, salvandolo da un possibile linciaggio: i due finiranno insieme in carcere e diverranno amici. Quando, nel 1926, Mussolini impone la "quota 90" in politica agraria, i padroni Zorzi Vila si approfittano dei loro mezzadri Peruzzi per ridurli sul lastrico. Pericle e Temistocle vanno allora a raccomandarsi a Roma dal Rossoni, che nel frattempo ha aderito al fascismo: egli nulla può contro i nobili Zorzi Vila, però si muove affinchè i Peruzzi abbiano un podere di proprietà nelle Paludi Pontine, che il regime sta iniziando a bonificare. Così, dalla Pianura Padana, i Peruzzi (e con loro molti altri “cispadani”) devono trasferirsi nel Lazio, maledicendo in più occasioni gli Zorzi Vila. A guidare la famiglia nell’avventura nelle Paludi Pontine, il forte zio Pericle, con i vecchi genitori, le nuore e i fratelli al seguito: Adelchi, Temistocle, Treves… E tante donne, ognuna con un suo ruolo: l’altera ma affettuosa nonna, la generosa Santapace, la velenosa Bissola, la stravagante Armida. Dal podere 517, a sinistra del maestoso Canale Mussolini costruito per il deflusso delle acque verso il Tirreno, i Peruzzi iniziano una nuova vita in cui, ancora, la loro storia s’intreccia a doppio filo con quella del Belpaese. Nei primi periodi, difficili saranno i rapporti coi locali laziali “marocchini”, che non vedon certo di buon occhio i “cispadani” invasori: non mancano scontri e vendette reciproche, mentre il sudore della fronte permette ai Peruzzi di risollevarsi economicamente. La famiglia s’ingrandisce con nuove nascite e matrimoni misti integrandosi gradualmente nell’Agro Pontino nonostante la comica richiesta, fatta direttamente al Patriarca di Venezia, di un prete veneto che possa capire il loro dialetto. Non ci sarà guerra senza almeno un membro dei Peruzzi al fronte, tra il Corno d’Africa, la Spagna franchista, Stalingrado, El Alamein… ma anche quando la guerra, dopo l’8 settembre, passerà sul suolo italiano, i Peruzzi (e le donne dei Peruzzi, soprattutto!) non si sottrarranno di certo, sparando coi tedeschi sugli alleati “invasori” per difendere il loro podere ! Solo lo sbarco di Anzio, con la conseguente fuga sui monti Lepini, costringerà “marocchini” e “cispadani” a una forzata convivenza che, tra le comuni difficoltà, permetterà a tutti di superare le reciproche diffidenze.

Che dire della trama: pienamente verosimile, perché nonostante sia ampiamente e gradevolmente romanzata, non è affatto da escludere che a qualche famiglia in Agro Pontino sia successo qualcosa del genere (o, come dice l’autore, a più famiglie messe insieme sia accaduto quel che nel libro succede solo ai Peruzzi !). Alla fine, ma solo alla fine, l’autore rivela le circostanze della sua nascita nella grande famiglia Peruzzi, permettendo al lettore di ricollegare tutte le questioni lasciate in sospeso.

Stile piacevole e scorrevole, per certi versi sorprendente: dopo un inizio in sordina, la storia procede e prende corpo man mano che le pagine vanno avanti. C’è, ogni tanto, qualche inutile digressione o qualche (forzata) allusione alla realtà odierna, ma non troppo da annoiare o distrarre. Nella seconda parte del libro, poi, l’ironia la fa da padrone e più volte mi sono sorpreso a ridere su qualche pagina particolarmente ispirata. Il linguaggio è arricchito da comprensibili espressioni in dialetto veneto-ferrarese, che aggiungono ulteriore umorismo alla scena narrata. Oltretutto, Pennacchi ci offre anche un modo diverso di ripassare la storia, in un libro fatto con notevoli sforzi per ricostruire fedelmente alcune vicende storiche ed i relativi particolari.

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Commenti

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Leano, questo libro ha riscontrato un certo successo. Non pensavo però che fosse così di qualità.
In risposta ad un precedente commento
leogaro
16 Giugno, 2019
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Beh, io lo consiglio sia per la lettura, piacevole e ironica, che fa davvero compagnia, ma anche, perchè no, per un ripassino di storia... in un'ottica decisamente insolita!
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