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A tua immagine e dissomiglianza
 
A tua immagine e dissomiglianza 2019-05-27 16:27:14 Cristina72
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    27 Mag, 2019
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"Perché mi hai abbandonato?”

Non ci si immerge con leggerezza nell’opera di un autore che, per quanto giovane, scrive con mano ferma e uno stile in cui si alternano e si mescolano la crudezza del romanzo moderno e la prosa poetica della metrica classica.
Il libro, un corale gioco di specchi, racconta sensazioni più che eventi, e scorre fluido insieme alle generazioni che in esso si susseguono, gettando una luce fosca su una realtà costellata dalle riserve mentali di infanzie irrisolte, sogni spezzati, desideri frustrati.
Arrivati all’ultima pagina si avverte l’esigenza di tornare su certi passaggi, non soltanto per riassaporare un ritmo che non di rado rasenta il lirismo, ma per i diversi piani di lettura a cui si prestano.
La narrazione, in buona parte sotto forma di monologo – un po’ monocorde, a volte, ma sempre schietto – verso la fine lascia il posto ad un dialogo semiserio dal sapore kafkiano tra Io e Super-io, si direbbe, imputato e giudice.
Assolvere se stessi è essenziale, nel processo che porta all’accettazione – se non al perdono – delle colpe di chi ci ha messo al mondo finendo poi per distruggere la nostra fiducia nel mondo:
“… il perdono è sopravvalutato: le persone non tornano bianche se le lavi col perdono”.
Filo conduttore è il dolore, rimosso, negato, riconosciuto, abbracciato, inconveniente della vita, forse, di sicuro parte integrante, fino all’ultimo respiro.
E’ la morte, infatti, a dissolverlo, o meglio, a diluirlo nella sua essenza più congeniale, dandogli un significato in extremis.
Accanto ad intenti suicidari espliciti o latenti c’è sempre però, struggente, un anelito di vita:
“Sa che solo Lui può salvarsi, ma anche che nessuno sopravvive da solo”.
I pronomi personali dei protagonisti, scritti in maiuscolo, suggeriscono un accostamento a quel Dio che creò i Suoi figli a Sua immagine e somiglianza, eppure liberi di affrancarsi affermando la propria identità, per quanto imperfetti, fragili, disorientati:
“Mi viene solo da dire: perché mi hai abbandonato?”.

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Commenti

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Grazie Cristina, per le belle parole e l'attenzione e l'onestà della tua recensione :)
Sono riflessioni a caldo e onestissime. In bocca al lupo Daniele! :-)
Complimenti a Daniele per il suo esordio letterario. Ciao Cristina.
Bravo Daniele, complimenti! Sembra un buon libro dalla recensione. Mi incuriosisce.
Grazie Laura, grazie Ioana :) Mi fa piacere!
Ciao Laura :-)
Complimenti Daniele, ciao Cri :-)
Ciao Bruno :-)
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