Dettagli Recensione
Un tipo di donna "particolare"
Chiara Moscardelli, scrive il suo primo romanzo con il titolo de Volevo essere una gatta morta. Un testo ironico, molto giovanile, dalla prosa frizzante e spesso sarcastica.
Chi è la “gatta morta” di cui si parla nel titolo, che suscita così tanta invidia? La gatta morta è:
“E per gatta morta intendo una categoria di donne verso la quale gli uomini hanno una particolare propensione e contro cui non c’è niente da fare, perché lei vince, vince sempre. La gatta morta è furba, determinata e ha come unico scopo quello di catturare l’uomo che fin dall’inizio ha individuato, puntato e strategicamente sedotto. La gatta morta riesce ad essere perfetta in ogni circostanza, si ubriaca con un sorso di birra senza però mai essere scomposta e quando sorride durante una cena non ha mai, e dico mai, l’insalata tra i denti.”
Ad ammirare il modo precipuo di certe donne è la spumeggiante Chiara: una giovane con qualche difficoltà evidenti di comportamento. Chiara è nata podalica: indizio certo di come lei, in realtà, era a suo agio nel pancione della mamma. Un presagio di come nella vita le difficoltà da affrontare possono essere tante, e forse troppe. Da sempre innamorata di Francesco che le si concede nei tempi e nei luoghi a lui consoni per poi sparire per lungo tempo. Chiara, nel frattempo, studia i comportamenti della cosidetta “gatta morta”, nel vano tentativo di emularla e cambiare vita. Ad esempio inizia nel comunicare cosa non si deve fare:
“Di sesso non si parla, è imbarazzante. Non si va al pub a bere una birra e fare quattro chiacchiere: la gatta morta non è un’amica. Imparate, una volta per tutte, che la gatta morta non prende la macchina da sola alla sera, non lascia andare in vacanza il ragazzo con gli amici né tanto meno sopporta di vedere film di un certo tipo. La gatta morta non mette mai, e dico mai, in discussione il suo uomo, e anzi, tutto quello che dice lui è vangelo. Non lo critica mai, né esprime opinioni precise su un qualunque argomento. E’ fondamentale, per una gatta morta, dimostrare di non essere in grado di fare alcunché senza l’aiuto di un uomo. Inoltre lei è sempre bisognosa di coccole e affetto, ha fame, è triste, ha freddo, non ce la fa a portare la borsa, soffre di mestruazioni dolorosissime. “
Un ottimo esordio per una scrittrice destinata ad ottenere un buon successo negli anni a venire. Una prosa corretta, sarcastica, mai volgare, nelle indubbie difficoltà di comunicazione sugli esseri umani. Un inno giocondo ad uno dei valori fondamentali della vita umana come l’amicizia vera e profonda. Una lettura trascinante e divertente per chi vuole estraniarsi con levità e leggerezza dai problemi quotidiani e del mondo, con personaggi ottimamente descritti per una trama ben elaborata. Un libro divertente.