Dettagli Recensione
Amore, famiglia e degrado
Dopo “Non aspettare la notte”, la mia seconda prova con Valentina D’Urbano è andata ancora più alla grande.
Scritto come sempre in maniera magistrale, con quel tipico lessico dell’autrice che mischia molto bene la narrazione con le metafore e i sentimenti, “Quella vita che ci manca” ha il pregio di possedere dei bellissimi personaggi, così come un’ottima ambientazione.
Il senso di degrado, abbandono e povertà che caratterizza il quartiere della Fortezza graffia il cuore e l’anima, facendoti diventare un disperato abitante di essa, intrappolato in una vita che non hai scelto, che sei costretto a sopportare ma da cui vuoi uscire a tutti i costi.
Proprio come Valentino, il protagonista, un essere innocente ma la cui innocenza è finita troppo presto, obbligato dalle circostanze a sporcarsi le mani per mantenere la sua disastrata famiglia: il tenerissimo Vadim, ritardato mentale, la delicata e fragile Anna, la madre Letizia, profondamente logorata da una vita che le ha portato via troppe cose e gliene ha date altrettante alle quali non sa far fronte, e ormai incapace di ribellarsi all’autorità di Alan, il terzo dei suoi figli ma come se fosse il più grande. Forse il personaggio più bello e ben riuscito di tutto il romanzo, Alan, violento e aggressivo, dai modi e pensieri bruschi ed estremi ma, nonostante ciò, attaccatissimo alla sua famiglia per cui farebbe qualunque cosa, perfino la più disdicevole, coinvolgendo il fratello Valentino, con cui condivide un legame viscerale.
Tuttavia quest’ultimo, tra degrado, crimini e violenza, trova un filo di speranza nell’amore per Delia.
Un amore intenso, quanto sincero e genuino, che ricorda la tenerezza che suscitano le prime cotte adolescenziali, a prescindere dai vent’anni di lui e i ventisette di lei.
Una vera e autentica meraviglia, che trascende apertamente il pregiudizio di trovarsi di fronte ad un romanzo rosa, dato che la realtà ivi descritta è molto più variegata e complessa.
Indicazioni utili
Non fate come me, che ho voluto leggere prima questo che mi ispirava di più, pensando che i due in comune avessero solo l’ambientazione, e mi sono così spoilerata da sola e stupidamente il finale de “Il rumore dei tuoi passi”.
Se invece non vi interessa quel libro, o ve ne fregate degli spoiler, buttatevi subito su questo bel romanzo.