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Il viaggio della speranza
La storia è ambientata tra Roma e Sarajevo: tra vari flashback, inizia nel 1984 con Gemma studentessa, per concludersi oltre 20 anni dopo. E’ il 2008: Gemma riceve una telefonata dal vecchio amico bosniaco Gojko, che la invita a tornare a Sarajevo per una mostra fotografica sull’assedio serbo alla città, in cui saranno esposte anche foto di Diego, ex fidanzato di Gemma e padre di suo figlio Pietro. Gemma parte col riottoso figlio adolescente e, da lì, iniziano i flashback che ci riportano indietro nel tempo, nelle atmosfere fascinose della Bosnia prebellica. Gemma, all'epoca fidanzata con Fabio, ricorda il suo arrivo a Sarajevo nel 1984 per concludere la tesi su Ivo Andric. Il bizzarro Gojko è la sua guida. L’uomo le mostra la vita quotidiana bosniaca, le fa conoscere degli italiani venuti a seguire le Olimpiadi invernali: tra essi c’è Diego, un bizzarro fotografo che Gemma inizia a frequentare. Tornata a Roma, scopre di essere rimasta incinta, ma ha un aborto spontaneo. Diego le telefona ogni giorno, corteggiandola, ma Gemma, decisa a proseguire la sua vita senza ripensamenti, s’impone di dimenticarlo e sposa Fabio. Il matrimonio è piatto: lui è troppo preso dai suoi cantieri edili, Gemma troppo legata a quei giorni a Sarajevo. Quando Gojko le chiede di fare da madrina al battesimo della sorellina, Gemma parte subito: lì rivede Diego, che le confessa il suo amore: tornati in Italia, Gemma e Diego vanno a vivere insieme. Ma la vita riserva rose e spine: arrivano periodi difficili, tra lavori precari e un figlio che non arriva. Infine, la terribile diagnosi: Gemma è sterile. La sua incompatibilità alla vita la getta nella depressione, nel folle timore di perdere Diego; si sposano per iniziare l’iter dell’adozione. Diego, da giovane, era stato schedato come ultras drogato, così l’adozione viene negata. Una nuova vacanza, nel 1991, a Dubrovnik è l’occasione per rivedere Gojko, cui confessano l’impossibilità di avere figli. Gemma pensa di ricorrere a una madre surrogata, un utero in affitto, prima in Ucraina e poi in Bosnia, dove Gojko ha trovato una ragazza disposta a farsi pagare per procreare con Diego. Si chiama Aska, è una musicista; tra mille titubanze, si accordano. Ma infuria la guerra e la serata scelta per il concepimento si svolge in modo del tutto inatteso... da lì, gli eventi travolgeranno l'ossessione di maternità di Gemma, l'apparente inerzia di Diego, la verace follia di Gojko, la risolutezza di Aska. Quando il bambino finalmente nasce, tra i bombardamenti dell'assedio di Sarajevo, niente sarà più come prima per nessuno. La vita di Gemma, tornata a Roma e totalmente assorbita dalla nascita di Pietro, affronta altri distacchi e riavvicinamenti, fino al sorprendente epilogo.
Libro forte, crudo, che indaga nell'animo di una donna sezionandola ferocemente e mettendone in luce aspirazioni, debolezze, passioni, disillusioni. Una lettura scorrevole, con lo stile tagliente della Mazzantini, che alterna frasi brevi (e linguaggio, a volte, scurrile) con iperboli e similitudini che aggiungono sostanza al racconto, senza annoiare.