Dettagli Recensione
Il momento su cui fantasticavo
Come un giovane uomo di Carlo Carabba è la storia di un giovane poco omologato (“Il mio rendimento eccellente era visibilmente bilanciato da un’inadeguatezza alla vita che mi lasciava sempre all’oscuro delle pratiche cui loro istintivamente si dedicavano, dei gusti che naturalmente e in modo omogeneo possedevano e che io invece dovevo ricavare per mezzo di faticose catene induttive”), che vive con un ricordo fervido: quello di una nevicata che rimane confinata nel ricordo di bambino.
Quando finalmente – dopo molti anni - la neve si ripresenta, come spesso accade, la realtà è deludente (“Colpevole di aver sabotato il momento su cui fantasticavo e che attendevo da quasi venticinque anni”) e sembra inutile tentare di rivivere il momento magico del passato (“Abbandonai in gran fretta Villa Borghese dopo neanche dieci minuti di cammino”).
Oltretutto, il nuovo evento nevoso coincide con una disgrazia che il protagonista vive in modo doloroso (“Pena per il destino di Mascia e per aver dubitato di lei, della nostra amicizia”), a tratti pavido (“La verità è che per nulla al mondo avrei voluto vedere il corpo comatoso di Mascia”), problematico (“Il reparto di terapia intensiva… ridivenne lo spazio che conteneva ciò che non sapevo affrontare e da cui volevo fuggire”), quasi colpevole (“E non andare al funerale non sarebbe stata, d’altro canto, una mancanza di rispetto ben maggiore?”).
Giudizio finale: cerebrale, retroflesso, psicologico.
Bruno Elpis