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Fedeltà
 
Fedeltà 2019-03-04 07:39:43 68
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
2.0
68 Opinione inserita da 68    04 Marzo, 2019
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Fedeltà inconsistente....

Il tanto decantato ultimo romanzo di Marco Missiroli, ambientato in una Milano multietnica che ha vissuto di cambiamenti epocali, non ultima la riqualifica per l’EXPO 2015, una metropoli nella quale sopravvive il respiro del ricordo di quartieri signorili, borghesi e popolari oggi soppiantati da convivenze obbligate e da una certa indefinitezza di luoghi.
Un “ Malinteso “ protrattosi per l’ intero racconto ed un interrogativo che restituisce esiti più o meno fallaci, il sospetto vissuto dalla protagonista femminile ( Margherita ) di un tradimento extra matrimoniale ( da parte del marito Carlo ) ed interrogativi sul senso fisico, psicologico ed emozionale del termine fedeltà.
Invero spunti di riflessione non mancano, un tema principe ( la trama del matrimonio di Carlo e Margherita ) a cui si affiancano personaggi e microstorie in un respiro condiviso, un senso di precarietà onnipresente, economica, umana, affettiva, che attraversa un decennio, risposte complicate, mancanza di senso e precarietà, il timore di non essere amati.
Il tempo non sarà galantuomo, anni dopo un mutuo da pagare ed una famiglia allargata, nel mezzo evasioni, rimpianti per un passato sepolto, ovattate intimita’ famigliari, un microcosmo giovanile dolente ed un reale ansiogeno che pretende e riflette responsabilità, perdono, crescita, condivisione, dolore.
Una trama incastrata in altri pezzi di storie e sentimenti ( il fisioterapista Andrea, l’ alunna Sofia, la madre Anna ), un flusso tra coscienza e realtà, una metà di se’ che osteggia l’ altra metà, un focolaio domestico che sovente impedisce di vivere, il senso di colpa quale limite e confine, retaggio di una educazione cattolico-borghese.
Permane un’ idea di libertà pulsante che sfugge dalla quiete domestica, la ricerca dell’ altra felicità, smottamenti e cambi di rotta, la stanchezza del matrimonio, una gioia condivisa, una zona franca al di fuori della coppia, un semplice sbaglio, un senso di perdita non misurabile, il tradimento banalmente ridotto alla infelicita’, un perenne senso di vuoto protratto, il fallimento personale, la propria difficile storia, una famiglia impegnativa ( i Pontecorvo ) e le proprie aspettative.
Assistiamo ad un moto perpetuo che vive e fissa singoli attimi per ricostruire la circolarità di una storia ( quella di Carlo e Margherita ), un flusso poco vitale inserito in una quotidianità monca ed ossessiva che vorrebbe pulsare, una subordinazione narcisista ed autodefinente, poche certezze, tanti dubbi, esito di una vaghezza priva di reale forza sentimentale.
Ne emerge una noiosa rappresentazione di fatti e luoghi, i personaggi recitano una parte, sempre la stessa, stereotipata, maniacale, inconcludente, dissertando su tutto, immaginando il contrario di tutto, sopraffatti dai sensi di colpa, da possibilità mai arrivate, incapacità, precarietà, scambiandosi ruoli e sembianze, fagocitati da una certezza inconsistente.
Ed allora di che cosa si parla e che cosa si intende per fedeltà? Una utopia, un pensiero indecente, uno stato fisico e mentale, un’ idea errata, necessità, prova d’ amore, abitudine, fedeltà a se stessi, all’ altro, semplice menzogna?
In realtà continuiamo a sguazzare in un caos onnipresente con un finale di aggiustamenti, rigettando una profonda fragilità emozionale ed una certa immaturità sentimentale perché al presunto “ Malinteso“ si sono aggiunti molteplici tradimenti che l’ altro, ignaro di tutto e con la stessa idea nella testa protratta per dieci anni, ha già rispedito al mittente ( tradendo a sua volta ). Nel frattempo, quella idea e quel “ malinteso “ sono stati riposti, svaniti in nuovo senso acquisito.
Una rilettura più attenta, alla ricerca di un quid che legittimi la bontà del romanzo, ci consegna un cumulo tracimante di fatti e parole, aggettivi roboanti, frasi tronche e poco includenti, un inseguimento continuo e senza meta che assume sembianze contorte, inevase, citazioni colte da manuale letterario, squallide rappresentazioni sessuali che esulano da ogni erotico intendimento, personaggi indistinti, elenchi di luoghi ed indirizzi da guida turistica, rare pulsioni e flussi emozionali, respiro vitale ed autentico scambio relazionale, in un oceano di copiosa apparenza ed indecifrabile essenza.
Il battage pubblicitario ci restituisce , ahimè, un romanzo piuttosto fragile, pretenzioso, inconsistente, senza scomodare indegni paragoni con grandi autori del passato.
Che mi sbagli ? Ogni opinione personale, del resto, rispondendo alla propria esperienza e “ fedeltà “ letteraria, potrebbe rivelarsi fallace…

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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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Molto interessante questa tua recensione Gianni, per l'appunto ho ordinato questo testo in biblioteca e dovrebbe arrivarmi domani. Adesso sono ancora più curiosa di sapere se questo libro mi potrà o meno piacere anche se a giudicare dalle tue considerazioni, la vedo dura. Bravo :)
Ne ho sentito parlare tanto male, che il tuo sconsiglio di lettura mi pare una conferma che chiude il cerchio.
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68
07 Marzo, 2019
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Ciao Maria, questo autore e romanzo mi è parso molto deludente e sopravvalutato ( da parte di certa critica ) il tuo parere sarà sicuramente obiettivo e di grande aiuto per avere un rimando riguardo alle mie sensazioni
In risposta ad un precedente commento
68
07 Marzo, 2019
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Ciao Emilio, anche in passato l’ autore non mi era piaciuto, questo romanzo e sulla falsariga dei precedenti....
Ottima analisi Gianni, di un'opera che a quanto pare sta dividendo. Ogni anno sembra che debba essercene una: l'anno scorso "La ragazza con la leica", quest'anno "Fedeltà". Caso strano i "critici" vanno pazzi per queste opere che la maggior parte di noi lettori non può soffrire, e non mi stupirebbe vincesse lo Strega.
Infatti, ieri è stato annunciato tra i partecipanti. Povera Italia.

Vale.
In risposta ad un precedente commento
68
11 Marzo, 2019
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Credo che questa opera, come molte, sia stata costruita e scritta per “ sedurre “ un certo tipo di lettori che si lasciano trascinare da una certa superficialità sentimentale che niente ha a che vedere con i veri sentimenti. In più utilizza una scrittura artificiosa, senza poetica, mi sorprende certa critica osannante, forse inserita all’ interno dello stesso sistema....
Un caro saluto Gianni
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