Dettagli Recensione
Catene
Essere uomini. Ieri, oggi, domani. Essere uomini dai mille volti e dalle mille emozioni, essere uomini sensibili, feroci, romantici, fragili, forti, arrivisti, conquistatori, amanti, essere uomini coraggiosi e capaci di guardarsi dentro per affrontare quel ritratto ad olio che forse non è così riuscito e così “bello” come ci aspettiamo. Essere uomini quando si è cresciuti in un contesto fatto prevalentemente di maschi, in un mondo dove appartenere a questo genere concede vantaggi, agevolezze. Capirsi, scoprirsi, ascoltare quelle voci interne dettate da un codice dei virili che ronza ininterrotto, che batte il suo tempo con un ritmo inequivocabile. Rispondere alle domande: vado bene così come sono? Come mi volevate e come mi vorreste? Come dovrei essere?
Francesco Piccolo in questo interessante romanzo autoanalitico ripercorre quella che è stata la sua formazione sentimentale e sessuale onde poter comprendere se tra la sua dimensione e quella esterna esiste un parallelo o se al contrario sussiste una diversità tra la sua percezione interiore e quella dettata dalla componente sociale circostante. Perché ogni uomo ha la sua “bestia”, il suo animale interiore che cela sino al manifestarsi nei momenti più inaspettati. E così, come una mela che pian piano viene sbucciata, l’uomo si confessa, enuncia le sue debolezze, le sue ossessioni, le sue certezze.
Un romanzo-saggio avvalorato da una penna curata, erudita, forse un po’ troppo autoreferenziale, che si arricchisce ulteriormente grazie alle molteplici citazioni letterarie inserite e che ha la tempra di rischiare toccando una tematica e una serie di aspetti che facilmente possono cadere nel banale, nello scontato, nell’eccessivo.