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Troppo tardi
Da mesi pregustavo la lettura di Resto qui. Finalmente prima di Natale l’ho acquistato e letto durante le vacanze invernali. Che delusione! La storia ondeggia qui e là, l’ empatia con i personaggi è di grado zero,lo stile non graffia. Sul tema dell’ Alto Adige preferisco rileggere L’Italiana di Zoderer, sulla guerra partigiana non si può gareggiare con Fenoglio, sull’ambiente e la tutela del territorio “Sulla pelle viva. Come si costruisce una catastrofe. Il caso Vajont” di Tina Merlin non si può replicare, sui figli affidati ad altri “L’arminuta” è un piccolo capolavoro con cui è difficile confrontarsi. In Resto qui la storia di Trina oscilla tra diversi temi senza trovare un vero nucleo drammatico dominante, nonostante si presuma che la cancellazione del paese debba esserlo. Sono consapevole che alcuni degli aspetti riportati, derivino dalla scelta dell’autore di porre una certa distanza tra i personaggi e chi legge, ma questa consapevolezza non fa scattare in me alcun reazione di apprezzamento. Sembra un romanzo arrivato troppo tardi sulla scena letteraria, suona un po’ già visto e già sentito. Sono davvero meravigliata dei riscontri positivi che ha ricevuto. Unica nota di interesse da segnalare è la narrazione relativa alle scuole clandestiche di lingua e cultura tedesche durante il fascismo, storia ancora poco conosciuta.
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