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Libro "maschio"...
Questo è un libro maschio, scritto da un maschio cresciuto in una comunità di maschi ossessionati dal pensiero maschile di dover agire e comportarsi "da maschi".
Questa è la storia di "un" Francesco Piccolo, della sua formazione sentimental-sessuale vissuta sempre in bilico tra ciò che lui sentiva di essere e ciò che gli altri, ovvero l'occhio sociale degli uomini, si aspettavano che lui fosse.
È la storia dell'animale che alberga dentro di lui, ancora adesso.
Ogni uomo ne ha uno.
A volte si acquieta e sembra sparire, altre volte trova varchi attraverso cui manifestarsi.
È la "bestia" che vive nell'uomo, quella parte virile da sempre in lotta con quella sentimentale, la parte che non si evolve.
È un animale che fin dall'adolescenza si nutre degli sguardi degli altri maschi, delle regole implicite, tacite, del pensiero comune, stereotipato e provinciale (e meridionale), di quel mondo maschile che lo vuole assoggettato ad un certo tipo di comportamento...virile, violento, brutale.
Piccolo fa spogliare l'uomo, lo fa confessare, gli fa raccontare le sue debolezze, le sue ossessioni, il continuo oscillare tra sentirsi realizzato e potente (o come dice lui "stocazzo") e sentirsi l'ultimo degli ultimi, fragilissimo...ancora dodicenne seduto su una panchina a piangere per ore perché Federica lo ha lasciato.
A noi arriva quasi il suo senso di vergogna per essere il maschio che è, ma anche la consapevolezza di non poter essere diverso, nonostante ci abbia provato.
Alla fine, "la fame" arriva sempre...e lo fa alzare da quella panchina per andare a mangiare.
Un romanzo, o meglio un'autofinzione che è funzionale per sviluppare una sorta di saggio sul controllo collettivo, sul giudizio sociale in base al genere sessuale...e lo fa anche avvalendosi di tante citazioni letterarie ("Le tigri di Mompracen", "L'amica geniale", "Le particelle elementari", "Amore senza fine"...) , cinematografiche ("Malizia", "Il Padrino", "Before Midnight"...) e musicali (Battiato...)
Ne viene fuori un'opera che fa pensare e diverte allo stesso tempo , esplicita nel linguaggio e durissima nel contenuto.
Niente di nuovo? Forse sì, ma non importa.
Sicuramente "rischiosa", sempre ad un passo dal poter cadere nel banale, nel volgare o nel grottesco...ma, a mio parere, non lo fa.
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Proprio alcune donne, però, contribuiscono a fomentare miti disumanizzanti, di cui esse stesse in fondo pagano le conseguenze : talvolta si sente parlare di 'maschio alfa', 'macio' , 'pettorali' ... Stupidaggini che possono incidere negativamente sulla formazione identitaria dei giovanissimi, in cui le capacità critiche sono spesso modeste.