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La vita finora
 
La vita finora 2019-02-05 15:19:59 Vincenzo1972
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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    05 Febbraio, 2019
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Giovani e belli? No, giovani e bulli!

La vita, finora, non era stata generosa con Marco Laurenti: non solo dal punto di vista economico, visto che la sua laurea in materie letterarie gli ha consentito solo di girovagare come insegnante precario tra le scuole del capoluogo lombardo con uno stipendio a malapena sufficiente per coprire le spese per la quotidiana sopravvivenza, ma anche dal punto di vista delle opportunità, di quelle occasioni che possono cambiarti .. la vita, appunto.
Una vita arida di novità, immersa nella piatta e soffocante routine quotidiana, carente di stimoli esterni, fatta eccezione forse per quelli di natura sessuale che la sua fidanzata gli concede più per piacere personale che per amorevole altruismo.
Non c'è da meravigliarsi quindi che Marco decida senza tanta esitazione di accettare la proposta per una supplenza annuale presso l'Istituto Comprensivo Mafezzoli con una paga ben più allettante del suo misero e saltuario stipendio mensile e nonostante la scuola sia situata in un paesino sperduto tra le valli montane della Lombardia, in una posizione così impervia ed isolata da essere quasi inaccessibile in inverno a causa della neve.
Una decisione folle, senza ombra di dubbio, ma era proprio ciò che Marco cercava: una svolta definitiva, una fuga da tutto ciò che nella sua vita iniziava a dar segni di stantìo.
"Quella era ancora la stagione della vita in cui ogni distacco portava, insieme al dolore necessario, un senso di liberazione. C'era qualcosa di orribile in questo: era come assistere all'irruzione di una spietata legge superiore o necessità biologica che ignorava i codici del cuore, travolgeva ogni cosa e mi sbalordiva."
Ma già l'arrivo al paese, tra gli sguardi sospettosi ed ostili degli abitanti del luogo e l'atmosfera cupa del paesaggio circostante, lasciano presagire che il futuro per Marco non sarà cosi esaltante come sperava:
"La montagna incombeva più vicina che mai. Le immense mascelle di roccia si erano quasi chiuse ed era come penetrare sempre più a fondo tra le fauci di un animale gigantesco e spingersi dentro la sua gola."
E la sensazione negativa diventa sempre più certezza non appena Marco entra in classe e conosce i suoi nuovi alunni: età media 13-14 anni essendoci molti ripetenti, sono principalmente quelli nelle retrovie, quelli che occupano gli ultimi banchi a preoccuparlo perchè sono gli stereotipi di tutto ciò che di più malsano e pericoloso possa esserci in una scuola: Cristina e Chiara, le ragazze del gruppo, la prima disinibita, fin troppo per la sua età, bella e sensuale e prematuramente conscia del potere ammaliante della sua femminilità sui ragazzi, l'altra esattamente all'opposto, debole, insicura, sempre in bilico tra la paura di superare il limite, di andare contro i propri princìpi morali rimanendo soggiogata dalla volontà altrui e il desiderio di appartenere ad un gruppo, un'identità più grande della sua, che 'ti protegga dallo sgomento di questa terribile unicità, sempre a rischio di rivelarsi solitudine'; i fratelli Bedin, archetipi del bullismo sadico ed istintivo, agiscono col solo scopo di fare del male senza alcuna inibizione perchè la loro cattiveria è pari solo alla loro stupidità, del tutto incapaci di soppesare le conseguenze dei loro gesti per il semplice motivo che non pensano, non riflettono sulle loro azioni. E poi c'è Rudi, il capo-gruppo, il più pericoloso, perchè incarna il male nella sua accezione più temibile, il male paziente, scaltro, calcolatore e soprattutto manipolatore delle personalità altrui, sia nel mondo reale sia in quello virtuale dei social network.
E' l'adolescenza quindi al centro di questo romanzo di Raul Montanari: un'adolescenza guasta, marcita, allo sbando e senza obiettivi per il futuro, animata unicamente dal desiderio di apparire e trasgredire, completamente persa nei fumi del sesso, dell'alcol e della cocaina, conseguenza diretta dei tempi in cui viviamo, scanditi ormai da tweet e post sui vari social, e della famiglia in cui il ruolo dei genitori diventa sempre più sfumato, assente e la mancanza di dialogo viene sopperita da atteggiamenti autoritari che sono spesso deleteri perchè inducono i ragazzi ad una ribellione non più sana e costruttiva ma cinica e sprezzante verso tutto ciò che è autorevole, in primis la figura dell'insegnante. Ed è bravo l'autore a mettere in risalto questi aspetti, sicuramente innegabili perchè sotto gli occhi di tutti, in particolare come la figura del professore sia al giorno d'oggi sempre più bistrattata, sia dal punto di vista redditizio essendo un lavoro scarsamente retribuito sia dal punto di vista educativo, essendo il suo operato spesso contestato e delegittimato non solo dagli studenti ma anche dagli stessi genitori:
"Da un certo punto in poi si è rotta l'alleanza tra gli adulti, quella per cui se un ragazzo tornava a casa con una nota sul diario veniva rimproverato, perchè l'adulto nella casa, il genitore, si fidava dell'adulto a scuola, l'insegnante. Oggi, se mettete una nota i genitori vengono a protestare."
Può sembrare una rappresentazione troppo esasperata della realtà? Non direi. Persino il tragico epilogo della storia, nonostante gli elementi di finzione narrativa, non si discosta molto da fatti di cronaca realmente accaduti.
Un romanzo ben scritto che seppure incentrato sul racconto dell'esperienza scolastica dell'insegnante Marco Laurenti nell'istituto Mafezzoli appassiona anche per la ricostruzione emotivamente intensa dell'adolescenza di Marco, il rapporto indissolubile con la sorella e quello ostile e tormentato con i genitori. E tralasciando alcune digressioni erotiche inserite forse per esigenze di marketing ma che personalmente mi sono sembrate fuori luogo e prive di qualsiasi valore aggiunto, La vita finora resta a mio parere un buon romanzo in cui l'autore con uno stile immediato e cristallino delinea con estrema precisione il profilo psicologico dei suoi personaggi, soprattutto i ragazzi, offrendo al lettore diversi spunti di riflessione su tematiche che ruotano intorno al mondo adolescenziale: un mondo difficile, da sempre problematico ma che ora sta cambiando perchè contaminato da nuovi fattori esterni: inutile negarlo, il mondo virtuale non è più solo virtuale ma condiziona incisivamente la vita reale. E, ancora peggio, vi si insinua in modo subdolo, strisciante, soprattutto per i ragazzi che sebbene riescano nella vita di tutti i giorni a distinguere nettamente ciò che è bene dal male, perdono invece la percezione delle possibili conseguenze delle loro azioni nel mondo virtuale una volta riflesse in quello reale.

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