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Il male di crescere
Leggere “Dietro la porta” di Bassani è stato un po' come tornare indietro nel tempo: ricordare certe emozioni e sensazioni tipiche dell'adolescenza, degli anni del liceo, risentirle fare male e allo stesso tempo osservarle da fuori, come da dietro una porta.
L'io narrante è lo stesso giovane ebreo che avevo già incontrato nel romanzo “Gli occhiali d'oro”, che è il narratore/alter ego dello stesso Bassani. In questo romanzo breve o racconto lungo, il protagonista-narratore si trova in prima liceo, dopo aver superato la quinta ginnasio con una piccola difficoltà rappresentata dall'aver dovuto riparare matematica. Il nostro si trova in un momento di smarrimento e solitudine perché il suo migliore amico, Otello Forti, con cui aveva diviso il banco fin dalle elementari e con cui tutti i pomeriggi studiava, è stato bocciato e mandato a studiare in un collegio a Padova. Le due quinte ginnasiali A e B vengono riunite in un'unica classe e il nostro narratore non ha nessun vero amico in quella classe.
«Sono stato molte volte infelice, nella mia vita, da bambino, da ragazzo, da giovane, da uomo fatto; molte volte, se ci ripenso, ho toccato quello che si dice il fondo della disperazione. Ricordo tuttavia pochi periodi più neri, per me, dei mesi di scuola fra l'ottobre del 1929 e il giugno del '30, quando facevo la prima liceo.»
Solo chi ha trascorso quel periodo della vita come un periodo fortemente critico, angosciante e pieno di solitudine può comprendere le parole dell'autore. Io le comprendo perfettamente. Non sempre l'adolescenza è il periodo migliore della vita, come afferma, di solito, chi l'ha già superata da un pezzo.
Il giovane protagonista si ritrova, il primo giorno di scuola, a non avere nessuno accanto, ma il temutissimo professore di latino e greco lo fa andare vicino al primo della classe, Carlo Cattolica. Fra i due tuttavia non riesce a svilupparsi un'amicizia: sono entrambi intelligenti e di buona famiglia, ma Carlo è il classico “ragazzo perfetto”: a scuola un rendimento altissimo, bello, alto, sicurissimo di sé, contornato da compagni che vogliono solo la sua approvazione, già fidanzato in casa. Il nostro narratore invece è molto più inquieto ed ombroso, ha risultati eccellenti solo nelle materie che ama, non in tutte, fisicamente è poco più di un bambino, è abbastanza solitario perché serio ed introverso. Fra i due c'è stima e rispetto ma non legano in profondità.
Al rientro dalle vacanze natalizie l'equilibrio di questa situazione è rotto dall'arrivo in classe di un nuovo compagno: Luciano Pulga, che non ha i libri, è appena arrivato da Bologna. Subito il giovane protagonista si offre di aiutarlo; all'uscita da scuola lo accompagna in libreria per ordinare i testi scolastici che gli mancano e il Pulga gli racconta che vive con i suoi in una pensione di second'ordine; al contrario di Cattolica e del narratore, Pulga non è ricco. Suo padre fa il medico condotto in un piccolo paesino vicino a Ferrara. Fra i due nasce una frequentazione: Pulga tutti i pomeriggi va a fare i compiti dal narratore, approfittando della sua bravura scolastica e dell'ospitalità di sua madre. Non si tratta più però di un'amicizia infantile: il giovane protagonista piano piano si rende conto della sua ingenuità e che non tutte le persone, nel mondo degli adulti del quale sta faticosamente iniziando a far parte, sono degne di stima e fiducia. Non tutti sono riconoscenti per la tua generosità e buona fede, anzi, spesso la realtà è popolata da personaggi meschini, invidiosi e traditori. Crescere purtroppo comporta anche comprendere questa verità perché si prova sulla propria pelle.
Un piccolo capolavoro, questo breve romanzo di Bassani. Scritto negli anni Sessanta e ambientato negli anni Trenta del Novecento, mi è sembrato che descrivesse la mia adolescenza, che si è svolta negli anni Novanta. Nel realismo con cui gli eventi sono raccontati troviamo dei sentimenti e delle emozioni universali: in questo caso la solitudine, la malinconia, la disillusione, l'ingenuità tradita, ma anche la difficoltà ad esprimersi, a spiegarsi e a scontrarsi con gli altri di un ragazzo che si sta penosamente incamminando verso l'età adulta.
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E per quanto riguarda Ferrara, merita senza dubbio una visita.
Una "piccola" città intrisa di storia e di cultura che non può lasciare indifferente per la serenità che trasmette.
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