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Il mare, l’amore ed il vento “storto”
Antonio, Lara, Marco, Virginia, sono quattro anime tormentate da ricordi dolorosi, rimpianti, rimorsi, recriminazioni, rammarichi. Si sentono in qualche modo in difetto con sé stessi e con gli altri. Soffrono per la loro vigliaccheria ad affrontare le situazioni in cui si trovano coinvolti e per l’ostinata chiusura che essi stessi oppongono ad ogni modifica delle condizioni in cui si sono confinati.
Antonio, era perdutamente innamorato di Milena, la quale però, è morta dando alla luce il loro primo figlio, Angelo. Da allora rifiuta ogni contatto con il Mondo e, in particolare, non vuol neppure sentir parlare del figlio, abbandonato alla nascita perché ritenuto colpevole di avergli sottratto la donna che amava.
Marco, diciottenne amareggiato dai troppi affidi, mai trasformatisi in adozioni definitive, s’è infatuato senza speranze dalla bella Virginia, ragazza ricca ed abile tuffatrice. Per far colpo su di lei, commette l’assurda imprudenza di tuffarsi in mare da oltre trenta metri di altezza. Ferito gravemente rischia di perdere non solo ciò a cui ambiva, ma anche il poco che aveva. Si dovrà affidare, malvolentieri, alle cure di Lara, abile e tenace fisioterapista.
Lara, diciotto anni prima, era stata la levatrice che fece nascere Angelo e che cercò, invano, di salvare la vita a Milena. Ora, cambiato mestiere, porta sul cuore il peso di quella che lei reputa una terribile colpa, miscelato all’amore disperato e non corrisposto per Antonio. Cerca di aiutare Marco oltre i suoi doveri professionali anche per redimersi: infatti crede di aver scoperto un angoscioso legame che lega il ragazzo ad un passato che credeva sepolto.
Infine Virginia: è sinceramente attratta da Marco e si sente pure responsabile dell’incidente che gli è costato quasi la vita. Così spinge Lara a far di tutto per lui, ma non riesce a confessargli il suo amore, né ha il coraggio di lasciare il fidanzato Luca con il quale tutto sembra già combinato, anche per il benevolo volere delle rispettive famiglie.
Così, le vite dei quattro protagonisti si accavallano ed intrecciano tra loro, si ingarbugliano, nutrendo affetti e dissapori, mettendo in luce le rispettive contraddizioni. Alla fine tutto fluisce sino allo scontato epilogo romantico.
Salvatore Basile, da bravo sceneggiatore televisivo, ci racconta una storia confortante, ricca di buoni sentimenti. È una storia abbastanza convenzionale, sia per i temi trattati (a cominciare dalle strane, incoerenti strade in cui si muove l’amore tra le persone), che per il modo in cui le vicende vengono narrate e fluiscono in un percorso non rettilineo, ma che conduce, piuttosto prevedibilmente, verso l’auspicato happy end. Tuttavia è una storia che non diviene mai eccessivamente banale, scontata. Il senso finale che ne traiamo è quello di una favola consolatoria, mielosa a tratti, ma mai melensa; una favola che ci spinge ad illuderci che, anche nel mondo reale, le cose possano trovare una soluzione che riscalda i cuori.
Lo stile garbato e leggero rende la lettura facile e scorrevole, con la sola esclusione di qualche passaggio ove si è forse ecceduto nelle descrizioni liriche, appesantendo la narrazione che diviene più torpida, sì da invogliare a saltare alcune frasi. I dialoghi sono immediati e credibili, le caratterizzazioni dei personaggi realistiche pur se un po’ stereotipate e non sempre approfondite. Meritano uno speciale apprezzamento alcune belle descrizioni di paesaggi e certi guizzi narrativi nei quali l’A., con poche abili frasi, riesce a toccare i sentimenti anche di chi si accosta alla storia con freddo cinismo.