Dettagli Recensione
L'AMORE NONOSTANTE TUTTO
Per tutta la prima metà del romanzo, Bube e Mara, i due personaggi principali, mi hanno ricordato alla lontana le coppie protagoniste di due film americani degli anni ’70, “Gang” di Robert Altman e “La rabbia giovane” di Terrence Malick: adolescenti precocemente cresciuti al cospetto della vita, criminali quasi per caso, stolidamente inconsapevoli delle conseguenze dei propri atti, per nulla crudeli ma anzi in possesso di una sorta di primitiva purezza, vittime più delle circostanze che del loro modo di essere e di pensare, schiacciati da un sistema che in un certo senso è meno innocente di loro. Quando il protagonista maschile, nel penultimo capitolo, viene giudicato colpevole al processo intentato contro di lui per lo sciagurato omicidio commesso a San Donato sono trascorsi soltanto tre anni dall’inizio della storia, ma ne sembrano passati trenta. Bube e Mara hanno nel frattempo attraversato senza saperlo un contesto storico molto particolare: il periodo immediatamente successivo alla Liberazione, quello in cui l’Italia, da nazione belligerante, dilaniata da una feroce guerra intestina, ha dovuto sforzarsi, dimenticando odi e vendette, di tornare ad essere un Paese normale, civile e democratico. Per loro appare certo legittima, e forse anche necessaria, una lettura storico-politica oltre che meramente generazionale. Bube – e con lui Mara – è infatti senz’altro lo specchio di una complessa fase di transizione, in cui la violenza e la logica delle armi hanno stentato a cedere il passo alla convivenza pacifica e alla supremazia del diritto. Ma vedere Bube solo come l’espressione immatura e semplicistica di quanti hanno scioccamente creduto che fosse possibile continuare a risolvere tutti i problemi con la rivoltella, come giocoforza si faceva durante la lotta partigiana, sarebbe operare una valutazione riduttiva del capolavoro di Cassola. “La ragazza di Bube” parla infatti di ben altro. Bube e Mara si sono fugacemente amati, il primo è andato in esilio e poi è stato arrestato e imprigionato; la seconda ha deciso, nonostante l’incontro con un giovane che l’amava, di rimanere accanto a lui costi quel che costi. La ragazzina civettuola, allegra e solare che avevamo incontrato nei primi capitoli si è trasformata gradualmente in una donna fedele, fiera e tenace, che accetta di sacrificare la giovinezza con un incredibile spirito di rassegnazione. L’eroina di Cassola è commovente nella sua infantile semplicità e nella sua cocciuta coerenza. Mentre il padre la spinge a essere fedele a Bube solo perché la sua fede di militante comunista lo richiede, e la madre a lasciarlo e rifarsi una vita perché ha a cuore, come tutti i genitori, il futuro della figlia, Mara decide di aspettare il proprio uomo per quattordici lunghissimi anni (tanto è il periodo che Bube dovrà passare in carcere) per un motivo totalmente disinteressato, ossia perché un giorno (non importa se aveva solo sedici anni, non importa se lo ha fatto con sventata leggerezza di adolescente) ha fatto una promessa e assunto un impegno che ormai non potrà più tradire, a maggior ragione adesso che qualcuno ha bisogno più che mai di lei per sopravvivere alla disperazione e alla solitudine. Nel romanzo si parla poco, o quasi mai, di amore. Siamo nell’Italia semi analfabeta che sta uscendo a fatica dal suo passato contadino, il boom economico è ancora lontano, i personaggi sono manzonianamente sballottati di qua e di là senza capire il senso degli eventi che si trovano a vivere (siano essi il referendum del 1946 o le elezioni politiche del 1948), e tanto meno sono in grado di interpretare le sottigliezze psicologiche del sentimento amoroso. Ma se non è amore quello di Mara, amore autentico e assoluto, Amore con la maiuscola (verrebbe da dire amore cristiano, se non fosse che la ragazza è fondamentalmente agnostica), beh, allora sinceramente, non so cosa si possa definire veramente tale, soprattutto in un’epoca (quella di sei decenni dopo) in cui le statistiche ci dicono che circa metà delle coppie divorzia e si separa dopo pochi anni di matrimonio, scoraggiate dalle difficoltà, neppure lontanamente paragonabili a quelle di Mara e Bube, della vita a due!
Indicazioni utili
Commenti
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |
Ordina
|
Per quanto riguarda le riletture, anche a me a volte viene una voglia incredibile, quasi impellente, di riprendere in mano certi libri letti in passato! Ma poi penso a tutti i libri che non ho ancora letto, e che forse mai riuscirò a leggere, e allora mi sento vagamente in colpa e quasi sempre rinuncio. Ci vorrebbero almeno due vite, per noi lettori!
8 risultati - visualizzati 1 - 8 |
C'è un'acuta analisi psicologica assai realistica.
Non so se abbia retto al tempo, ma vari anni fa mi parve un libro molto bello.