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I diversi per la società
“Gli occhiali d'oro” di Giorgio Bassani è un romanzo breve o racconto lungo che fa parte del “Romanzo di Ferrara”.
La narrazione in prima persona ha la voce di uno studente ebreo di Lettere di circa vent'anni, probabilmente alter ego dello stesso Bassani. Il giovane ricorda una vicenda che coinvolse uno stimato otorinolaringoiatra di origini veneziane, Athos Fadigati, che nei tardi anni Trenta del Novecento viveva ed esercitava la professione a Ferrara. Il dottor Fadigati apparteneva alla ricca borghesia cittadina ma un'ombra gravava sulla sua vita privata: era infatti sospettato di essere omosessuale, una condizione che sicuramente nell'Italia fascista del 1937 non era contemplata, era considerato un vizio, un peccato, una grave colpa da dissimulare e da non mostrare in pubblico.
Il racconto è costruito in modo magistrale: si parla dell'omosessualità di Fadigati per arrivare a parlare dell'emarginazione sociale, a cui ben presto sarà sottoposto anche l'io narrante, in quanto ebreo.
La narrazione scorre intrisa di realismo, sono descritti ambienti, paesaggi e situazioni come se le potessimo vedere e come se ci trovassimo lì anche noi. Leggendo, ho avuto la sensazione ( forse sarebbe da aggiungere un -purtroppo- ?) di trovarmi in un mondo non molto lontano e diverso da quello di oggi. Pur notando i particolari tipici di quell'epoca storica, la descrizione degli atteggiamenti e delle emozioni dei personaggi mi sono sembrate vicinissime e molto moderne: la penna di Bassani mi è sembrata di un'attualità sconcertante nel descrivere l'emarginazione sociale, che si nasconde sempre dietro alibi più o meno rassicuranti, ma che ha il solo scopo di separare, marginalizzare, distruggere, chi è considerato “diverso”.
Il trattamento che la società attua nei confronti dell'omosessuale Fadigati infatti anticipa e riflette quello che sarà il comportamento da mettere in atto nei confronti degli ebrei: il narratore e il medico sono due vittime, due elementi “estranei” della società, due diversi da escludere. E' interessante notare la reazione completamente diversa che i due oppongono a questo trattamento: l'uno si arrende, l'altro combatte.
In conclusione, una lettura che non può lasciare indifferenti, che affronta un tema ancora molto attuale e che stimola pensieri e riflessioni.
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Commenti
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Un caro saluto
Chiara
E' sicuramente un bel libro, anche se continuo a preferirgli "Il giardino dei Finzi-Contini". La grandezza e la bellezza della scrittura di Bassani ovviamente emerge comunque.
Però come Emilio qui sopra anche io trovo che ne "Il giardino dei Finzi-Contini " ci sia una marcia in più!
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