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La storia
 
La storia 2018-12-03 16:58:45 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    03 Dicembre, 2018
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Storia e storie

Come tutte le piccole storie umane, anche quella di Ida e Useppe Ramundo si perde nella grande Storia e a essa s'intreccia, al tempo stesso, correndo in parallelo.
Elsa Morante, con una maestria disarmante e forse unica, ci narra la loro povera vicenda in questo romanzo che definire monumentale è poca cosa. Una voce coinvolgente, la sua, capace di scandagliare sentimenti ed emozioni di protagonisti e personaggi vari, nonché di accompagnare il lettore fra le strade di una Roma misera e ferita, ben lontana dai fasti baldanzosi e arroganti del Ventennio. Ed ecco riemergere da queste pagine di una intensità sconvolgente le macerie ancora fumanti di San Lorenzo o la sfollata desolazione di Pietralata o, ancora, i vicoli ormai condannati del Ghetto; dal baratro affannoso del tempo si leva anche il vocio incessante dei vagoni bestiame con il proprio tragico carico umano, in attesa di partenza dalla stazione Tiburtina. E poi la miseria più nera, la fame, sprazzi di lotta partigiana, mentre la Storia prosegue indifferente il suo cammino e la carne da macello continua a essere immolata sull'altare blasfemo della guerra.
Una scrittura magnifica e potente che si fa strepito di fucili e stupore di bambino, canzoni d'anarchia e ninnenanne perdute tra parentesi evanescenti d'infanzia; una scrittura altresì commovente e profonda che si cala nei vernacoli o nel cuore parlante delle bestie di sincera umanità e, con discrezione, s'insinua nella stantìa promiscuità di periferia, così come nei ricordi e nelle speranze deluse, nei pensieri e nei deliri incoscienti, raccontando ritorni e non ritorni da una guerra che, in verità, non finisce mai del tutto perché, per riprendere le parole di Primo Levi, “guerra è sempre”.
Struggenti e destinati a persistere nella memoria i personaggi di Useppe e Ida, meri pulviscoli in quel cielo sterminato di fragili stelle che è il mondo. Travolgente quello di Nino, drammaticamente sfuggente e ombroso quello di Davide. Ogni presenza all'interno dell'intreccio narrativo è ben collocata, nessun incontro sembra essere lasciato al caso, nemmeno quelli di passaggio che spargono “4 parole in tutto d'italiano” e altrettante poche noncuranti gocce di vita. Non ci sono parole con cui riassumere la trama de “La storia”, se non quelle dell'autrice stessa. Un'opera, dunque, da leggere e custodire dolorosamente nel cuore.

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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Gran bella recensione di un grande classico che ancora, purtroppo, mi manca.
Matelda
04 Dicembre, 2018
Ultimo aggiornamento:
04 Dicembre, 2018
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Veramente un' ottima recensione di un un autentico classico moderno :grazie !
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Laura V.
04 Dicembre, 2018
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Grazie ancora, Pierpaolo! Anch'io ci sono arrivata tardi a questo libro; l'ho lasciato in attesa a lungo e poi, visto che sono oltre 600 pagine, ci ho impiegato un bel po' a terminare la lettura... Ma, credimi, ne vale davvero la pena!
In risposta ad un precedente commento
Laura V.
04 Dicembre, 2018
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Grazie a te, Matelda! Hai ragione: La definizione di classico moderno si adatta perfettamente a questo romanzo! :)
Un ottimo commento Laura, grazie per aver riacceso in me il ricordo di questo libro che è stato uno dei più emozionanti letti nella mia vita.
Una bella recensione, Laura, bravissima! Anch'io non ho ancora letto questo classico di Elsa Morante, spero di farlo in futuro perché ho apprezzato tantissimo l'isola di Arturo e le tue parole mi hanno convinta.
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Laura V.
05 Dicembre, 2018
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Sempre troppo buona, Chiara, grazie!
Anch'io ho aspettato a lungo prima di leggere questo libro; è un romanzo senz'altro impegnativo! Pure a me, a suo tempo, era piaciuto moltissimo L'isola di Arturo e chissà che in futuro non legga altro della Morante! :)
In risposta ad un precedente commento
Laura V.
05 Dicembre, 2018
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Grazie anche a te, Enrico!
Un grande romanzo che non può non emozionare! Ida e Useppe restano nel cuore! :)
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