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Leone
 
Leone 2018-12-02 14:16:47 pierpaolo valfrè
Voto medio 
 
3.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
pierpaolo valfrè Opinione inserita da pierpaolo valfrè    02 Dicembre, 2018
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Sei anni e cammina come un uomo

Paola Mastrocola è una scrittrice che mi piace molto perché scrive storie sempre un po’ vestite di elementi surreali per parlare meglio di argomenti concreti e contemporanei, piuttosto ben radicati nella nostra esperienza di vita quotidiana.

Questa volta ci parla con il consueto garbo e gentilezza di infanzia, di mura domestiche che custodiscono i nostri affetti e che impediscono di conoscerli fino in fondo, di periferie metropolitane che una volta erano state paesi a sé, e che poi hanno lasciato inghiottire i propri abitanti in una folla di solitudini e desideri, confondendoli in un groviglio di frettolosa modernità e di antiche vicinanze.

Una di queste periferie è il Bussolo, dove vive Katia, una giovane mamma con una vita di corsa, un lavoro al supermercato, al suo fianco un ometto di sei anni e nessun altro.

E poi c’è quella cosa strana e sconveniente che stupisce, disorienta, crea imbarazzo, irritazione, derisione e incredulità e che è la preghiera.

La veloce trasformazione del Bussolo, la sua urbanizzazione gonfia di vetrine, merci, orari, impegni e consumi aveva fatto mettere un po’ a tutti in soffitta la vecchia mercanzia delle nonne, i pomeriggi a giocare sul pavimento, le favole del coniglio Niglio, i materassi di lana, gli agnolotti a Natale e tutto quel tempo da riempire con le parole, i gesti, l’ascolto e le preghiere. Soprattutto le preghiere erano finite nel fondo del baule, dimenticate e sepolte da mille altri oggetti, ricordi e cimeli.

Ma qualche volta succede che i bauli si riaprono, le parole riaffiorano, la nebbia si dirada e la memoria ritorna. Bisogna però che ci sia uno scossone, qualcosa che ci spinga ad andare in soffitta. Come vedere un bambino che prega, con sincerità e spontaneità, ovunque gli capiti. Prega per essere meno solo su questa terra e per sentirsi unito a chi ama, che è forse il senso vero della preghiera in ogni tempo e in ogni luogo.

Vedere la preghiera uscire dai rassicuranti recinti delle chiese e dei monasteri, dal buio delle camerette o dal chiuso delle nostre menti per invadere il mondo libera e impudica, senza nemmeno il velo del bigottismo a ricoprila, è qualcosa di urticante e disturbante. I più impauriti, possono reagire con rabbia e aggressività. Eppure, manifestare i propri sentimenti più profondi è una via che infallibilmente conduce a molte sorprese.

Idea e soggetto molto belli e interessanti, il rischio di didascalismo aleggia un po’ dappertutto e rende lo stile meno brillante e tonico del solito, a partire da circa metà del romanzo.
Il tocco lieve, la capacità di trovare la bellezza nella normalità delle piccole cose, un pizzico di magia e qualche valido spunto di riflessione valgono la lettura.

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Commenti

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Una recensione che mi incuriosisce, tanto più che ho conosciuto l'autrice. C'è stato un periodo durante il quale insegnavamo in Scuole attigue e comunicanti.
Ciao Emilio, sì mi ricordo che me lo avevi detto.
Credo che troverai questo suo romanzo non tra i suoi migliori eppure molto intetessante per l'argomento affrontato.
Un saluto
Di questa autrice ho letto soltanto "La gallina volante", che mi era piaciuto abbastanza. Sarei curiosa di leggere altro di suo... Mi annoto questo titolo, grazie! :)
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