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Il giorno della civetta
 
Il giorno della civetta 2018-11-17 15:31:20 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    17 Novembre, 2018
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Che cos'è la mafia

Di questo breve romanzo di Leonardo Sciascia, pubblicato per la prima volta nel 1961, avevo sentito dire che spiegava che cos'è la mafia. Dopo una lettura che ha richiesto un certo grado di attenzione e lucidità non posso che confermare in pieno questa definizione: il testo di Sciascia ci fa un esempio di cosa possa essere la mafia, quella mafia che “non sorge e si sviluppa nel «vuoto» dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma «dentro» lo Stato.” Quella mafia che “altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende, ma soltanto sfrutta.” Sono parole dell'autore stesso, scritte nel 1972 in occasione dell'uscita del romanzo nella collana «Letture per la scuola media» Einaudi.
Una definizione che ci fa comprendere quanto la mafia sia purtroppo una realtà ancora ben presente in Italia, ormai fenomeno non più soltanto siciliano ma che si è andato diffondendo in ogni parte della penisola.
Salvatore Colasberna è un piccolo imprenditore edile di un paesino siciliano che non viene nominato, se non nell'iniziale. Un mattino presto, mentre sta per salire sull'autobus che lo avrebbe portato a Palermo, viene ucciso. Il suo assassino gli spara indisturbato da un angolo della piazza e nessuno vede niente: né i passeggeri sull'autobus, né il bigliettaio, né l'autista, né il venditore di panelle. Mentre gli abitanti del paese, la maggior parte dei carabinieri della Stazione di S., loschi personaggi di origine siciliana che si trovano a Roma e persino i fratelli del Colasberna assassinato vorrebbero ricondurre tutto ad un errore, o, ancor meglio, ad un delitto passionale, il capitano Bellodi, originario di Parma e con un passato da partigiano durante la Resistenza, capisce subito di cosa si tratta: mafia. Nello stesso giorno del delitto scompare anche un certo Nicolosi, di mestiere potatore, ben presto si capirà che anche lui è stato ucciso e che c'è un collegamento fra gli omicidi. Bellodi risolve brillantemente il caso ma si tratta di una verità che in pochissimi sono disposti ad accettare. In quegli anni si tendeva infatti anche a negare l'esistenza della criminalità organizzata e leggendo queste parole possiamo confortarci pensando che comunque un po' di strada da allora è stata fatta. Non possiamo dimenticare le persone che hanno dato la loro vita per combattere la mafia e che sicuramente ci hanno fatto progredire parecchio dal 1961, anno in cui Sciascia pubblicò “Il giorno della civetta”.
Questo romanzo rimane però di una sconcertante attualità, ci fa capire il complesso fenomeno delle organizzazioni criminali attraverso una storia emblematica, scritta con uno stile essenziale ed allo stesso tempo altissimo. Si tratta di una lettura che richiede impegno e concentrazione, non semplice malgrado l'esiguo numero di pagine, ma che ritengo utilissima e molto coinvolgente: un vero e proprio capolavoro della letteratura italiana.

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Commenti

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Chiara, anch'io penso sia un libro 'attuale' e che capisco che possa molto piacere . Per me si tratta di una lettura di vari anni fa e devo dire che proprio non mi ha 'preso' , tanto che non sono mai stato invogliato a rileggerlo come mi è accaduto per molti altri libri, fra cui alcuni dello stesso Sciascia.
siti
18 Novembre, 2018
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Bel commento Chiara, condivido l'entusiasmo e la valutazione.
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Chiara77
18 Novembre, 2018
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Non so Emilio, a me all'inizio è risultato difficile "entrare" nella storia a causa della quantità di eventi e personaggi che vengono presentati nel giro di pochi paragrafi. Poi invece ho iniziato a seguire il filo della narrazione e mi sono sentita coinvolta. Mi era piaciuto molto anche "A ciascuno il suo ", non saprei dire quale sia migliore.
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Chiara77
18 Novembre, 2018
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Grazie Laura, sto colmando una imperdonabile ed inspiegabile lacuna personale leggendo questo autore! Fra poco inizierò anche con Bassani (altra lacuna inspiegabile) ... ;-)
Ottima recensione, Chiara! Ho letto questo romanzo l'anno scorso e anche a me è piaciuto molto! Indimenticabile, e tremendamente vero, il quaquaraquà di don Mariano! :)
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Chiara77
18 Novembre, 2018
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Grazie Laura! Ti dirò, questa divisione dell'umanità al cui gradino più basso stanno i quaquaraqua' mi è stata citata in senso ironico per anni da mio padre... Insomma è stato un tormentone in famiglia e io non avevo ancora letto il libro... :) :)
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