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Il tradimento in famiglia
Andiamo a vedere il giorno è il nuovo romanzo di Sara Rattaro. Un romanzo emozionante, che parla al cuore e ai sentimenti.
Andiamo a vedere il giorno è la frase che Marta, sorella più piccola di Alice, pronuncia dopo una serie di avvenimenti particolarmente dolorosi che ha colpito il suo nucleo familiare. E sicuramente rappresenta molto bene il risultato che attende questa famiglia e i suoi componenti.
Alice, figlia di Sandra ed Alberto, è una donna ormai. Sposata con Andrea, sta attraversando un momento difficile, confuso, tormentato. Il suo viso è attraversato da
“un luccichio, un piccolo lampo che sapeva di sconfitta, di voglia di fuggire, di incredulità. (…)Era lì, indelebile, indissolubile, impossibile da dipanare.”
Ha tradito con coscienza e trasporto il marito, che saputolo la abbandona. Lei è spersa, sofferente, con la madre decido di partire per Parigi, all’avventura. Così sentono entrambe, non si sa per quale motivo, di dover andare alla ricerca della vecchia amante del padre/marito, Camilla. Le due hanno un qualcosa che le accomuna:
“Siamo due donne ferite in modo diverso: lei, portatrice sana di dolore; io, solo un ibrido di risonanza.”
La troveranno? Forse. Risolveranno le complicanze degli amori e dei tradimenti? Chissà …
Un romanzo sulla famiglia e sul tradimento. Ho apprezzato molto il personaggio di Camilla. Un amore radicato nel cuore, a cui per fora Alberto ha dovuto rinunciare, ma sempre presente. Non è l’immagine classica della donna ruba mariti, è un personaggio etereo ma al contempo forte, indimenticabile, di rara e pregevole bellezza. Bellissime le parole con cui il vecchio amante si congeda definitivamente da lei:
“Sei stata qualcosa di violento come un graffio sulla pelle, uno strappo sulla camicia, un pugno nel mio ventre molle. Sei stata tu. Non ti ho amata perché eri bella, proibita, lontana, sfuggente, ti ho amata perché eri Camilla. Perché il tuo sorriso mi rendeva stupido, mi riempiva il cuore e mi faceva dimenticare tutte le mie responsabilità. Ma io le avevo. Ero un uomo con tante responsabilità. Ero un padre, un marito, il padre di Matteo. Tu hai semplicemente squarciato il soffitto, hai portato dentro la luce in una casa fatta di cristallo, dove ogni momento e ogni parola avevano un ordine preciso. Ma il cristallo moltiplica i raggi, li scompone e, improvvisamente, colma la distanza di colori così intensi da dover chiudere gli occhi. Tu sei stata il colore, io gli occhi che si chiudono. Addio Camilla, ti ho amata per fortuna. Ti ho persa per dovere.”
Un libro che si rivolge prettamente ad un pubblico femminile, la cui prosa è scorrevole, e procede veloce. I capitoli sono molto brevi, intervallati qua e là da digressioni scritte in grassetto. Un testo in cui il tradimento, di certo, ha una parte preponderante, per cui:
“Il tradimento è come una formula matematica. Rappresenta in modo conciso ed inequivocabile una relazione quantitativa e si basa sull’assioma inconfutabile che la fedeltà sia un sistema numerico binario. O c’è o non c’è.”.
Il volume rimanda ad un precedente libro di Sara Rattaro, Non volare via, con gli stessi personaggi, un po’ cresciuti, con i loro difetti, le loro debolezze, le loro sensazioni. Ma se là a parlare era il marito Alberto, qui la parte preponderante è della figlia Alice. Un finale, però, un po’ frettoloso, ma nel complesso una bella storia, ben costruita e ben delineata.