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UNA STORIA CHE POTEVA DARE DI PIU'
Un’estate, un ragazzo, la maturità ma anche un’occasione per crescere per diventare grandi, per affacciarsi al mondo del lavoro.
Un’estate che segna il cambiamento, forse un passo per andare verso l’età adulta.
Un’estate di bilanci e di nuovi inizi dove tutto viene messo in discussione anche se stessi. E’ giusto bruciare le tappe e non viversi l’ètà in cui viviamo? E’ però anche giusto non cogliere l’attimo e l’opportunità che ci si presenta davanti?
A volte correre troppo è sbagliato e alcune volte no.
Max questo lo sa, sa che nella sua estate della maturità tutto può accadere, come dover scegliere cosa fare del suo futuro, ma questa volta la decisione la può prendere solo lui.
La storia di questo ragazzo rappresenta in maniera molto veritiera quello che succede oggi ai giovani, che vogliono tutto e subito e non conoscono la gavetta o il sacrificio per arrivare. Questo lo vediamo tutti i giorni grazie a internet, ai social dove si creano fenomeni solo grazie ai follower e a niente altro. Solo chi ha talento resiste, va avanti e non sarà solo un fuoco di paglia.
Max ha una dote incredibile, ci sa fare con il computer ma come accade oggi per caso il suo talento viene riconosciuto e gli darà la possibilità di trasferirsi a Roma e iniziare a lavorare per una start up. Una notizia che gli sconvolgerà la vita.
Le cose cambiano, il mondo del lavoro trasforma le persone e ti fa maturare, non sei più “protetto” dalla scuola ma te la devi cavare da solo e anche riconoscere le tante insidie che si creano all’interno di un ufficio, come in un negozio, in un bar ecc. In qualsiasi ambiente tu sia, ora te la devi cavare da solo.
La generazione Z, di cui Max fa parte, chiamata anche Millennial, si distinguono per la loro velocità mentale, per la voglia di cambiamento in una continua corsa verso il nuovo e sempre alla ricerca di conquistare qualcosa di più. Sono cresciuti fin da piccoli con internet, sono intelligenti, perspicaci ma anche più presuntuosi e alcune volte indisponenti.
In queste pagine ho visto quanto rispetto alla mia generazione questa fosse diversa, molto lontana, questi ragazzi nascono già pronti, pieni di sogni, aspirazioni e lottano per riuscire ad arrivare, per loro non c’è tempo da perdere. Per loro non esiste la parola non riuscire, o almeno ci provano in tutti i modi.
Per quanto possa apprezzare che un ragazzo giovane e anche della provincia di Padova, come lo sono io, arrivi a pubblicare con una casa editrice importante come la Einaudi, non capisco come si possibile leggere una storia così semplice. Tutto è lineare, lo stile pulito, semplice, diretto, con alcune parolacce, ma manca sempre qualcosa, forse l’emozione. Un appunto però lo farei, meglio scrivere gay che non dei termini dispregiativi soprattutto del nostro dialetto, che risultano offensivi in un mondo dove le differenze sono sicuramente un valore aggiunto e non un motivo di regressione. Strano che nell’editing questo termine sia passato inosservato.
Certo è un romanzo attuale, che descrive sicuramente i giovani d’oggi, ma è solamente una storia che possono leggere i ragazzi o è anche per gli adulti? Io non sono riuscita ad entrare nel mondo di Max, a capire le sue problematiche, i suoi dubbi, i suoi dilemmi, forse abbiamo età troppo diverse, che poi una decina d’anni cosa sono? Eppure mi sono resa conto di come la mia maturità e tutto il resto sia stata molto diversa da quella che ha vissuto il protagonista o da quella che vivono i giovani d’oggi.
Quello che manca secondo me è qualcosa che spinga il lettore a emozionarsi, mi sembrava di avere tra le mani qualcosa di già sentito, già visto e forse questo è il limite di questo romanzo.
L’idea sicuramente è buona ma qui siamo di fronte ad una domanda, perché casa editrice come Einaudi pubblicano questi libri? Me lo sono chiesta prima di iniziarlo e dopo averlo finito non mi sono data una risposta. Nulla di nuovo, eppure secondo me questo ragazzo può fare di più, anzi sicuramente farà di più.
Un’altra cosa che vorrei far notare è la discrepanza tra il titolo “Gli squali” con il disegno della copertina, sono chiaramente dei capodogli, questa differenza è dovuta a qualcosa?
Forse non sapremo mai la risposta ma mi sembra molto strana una cosa del genere.
Auguro all’autore di continuare a scrivere e la prossima volta di regalarci una storia diversa e più vera.
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Commenti
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Grazie e a presto!
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Un caro saluto
Chiara