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La donna che sussurrava ai delfini
Si respira una particolare e inaspettata magia tra le pagine di “Maria Beatriz do Mar” di Carlo Marchi, medico pediatra modenese scomparso un paio d'anni fa che ci ha lasciato questo bellissimo romanzo. Una magia che, anzitutto, permea la trama della vicenda narrata, così come la prosa che l'accompagna conferendole un prezioso tocco quasi di favola antica.
Ma quella di Maria Beatriz, detta bonariamente “a loca”, la pazza, è una storia pressoché del nostro tempo, dove reale e fantastico s'intrecciano con spontaneità e senza forzature di sorta, sullo sfondo di un piccolo angolo di paradiso tra le dune di una sconosciuta spiaggia brasiliana del nord est su cui gravitano uno sparuto gruppetto di casette bianche, un altrettanto esiguo numero di abitanti e assai rari turisti di passaggio. Attorno alla protagonista, giovane donna dalla straordinaria bellezza e dal misterioso dono di saper comunicare con i delfini che, per raggiungerla, rischiano di spiaggiarsi, ruotano diversi curiosi personaggi, ognuno con la propria piccola storia, tra i quali Jurema, la grassa e loquace cartomante, Janilson, il vecchio pescatore taciturno, Jacinto, il parrucchiere senza fissa dimora che morirà tragicamente.
E poi c'è la voce narrante del “gringo”, come lo chiamerà infine Maria Beatriz, dietro cui, forse, si cela l'autore stesso che, attraverso una scrittura molto accattivante e seducente, ricca di colori e paesaggi intensi, sembra invitare a vivere una vita semplice, come quella degli abitanti della "praia" di Genipabu che si accontentano di una quotidianità fatta di pochissimo in termini materiali, e a scansare l'insensatezza del pregiudizio. Una lettura scorrevolissima che cattura il cuore del lettore fin dalle prime pagine. Un piccolo gioiello, da leggere!