Dettagli Recensione
Quel sentimento chiamato amore
Uno sposo, una sposa. Una notte, la declamazione dell’amore. Gli amori del passato e gli amori del presente. L’intero romanzo, nell’arco di una giornata. Una giornata che può apparire quale una come tante quando in realtà si scopre non esserlo. È un mettersi a nudo, una riscoperta di sé. Perché lo sposo con questa autocoscienza cerca di capire quel sentimento che è l’amore e soprattutto riesamina passo passo come è arrivato a comprendere che cosa questo sia, come lo si possa definire e perché. Quanta gioia, quanta allegria, quanta sconsideratezza per poi arrivare a lei. L’unica, il grande amore. In età adulta. E poi, il fattarello. Quel piccolo ma inevitabile fattarello che si decide a raccontare, perché è ora di raccontare. Le brutture e le bellezze. I dolori, le gioie. Il tutto in una prosa unica che è una ballata. Un unico difetto: la spersonalizzazione. Perché nella lettura manca quel senso di empatia, di immedesimazione. L’opera scorre e scivola sulle spalle del lettore eppure, eppure resta lì, fatica ad ingranare a conquistare. È una cascata di emozioni che si osservano da lontano senza esserne travolti. Peccato perché altrimenti sarebbe stato un elaborato a dir poco indimenticabile.
Indicazioni utili
- sì
- no