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Un mite antieroe
Il tutto inizia con un borseggiatore a cui non ci si vuole opporre, a cui non si vuole tenere testa. E questa figura-ombra fa da filo conduttore ad un’indagine su un suicidio che il protagonista di questa storia conduce in modo discreto. L’indagare sulla vita di un uomo che si è tolto la vita equivale in un certo senso a violarla. Bisogna solo rispettarla, perché il capire i motivi di quel gesto soddisfa solo la curiosità morbosa degli estranei, senza di fatto aiutare nessuno. Se la mitezza del protagonista si era intravista fin dalle prime scene della storia, è proprio durante il dispiegarsi dell’indagine che emerge nitidamente; vi si aggiunge, un po’ alla volta, anche l’apatia del perdente, ma nonostante questa brutta impressione che ti sembra dare apparentemente, questo personaggio ti entra nel cuore, perché è di quelli che non hanno la determinazione e la cattiveria di difendersi, ma in tutto questo ritrovi tanta sensibilità, non mollezza. E’ un animo sensibile e sono proprio queste anime che sentono più forte il tradimento delle persone, perché sono loro che più credono nelle persone.
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ciaoo