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Nulla avviene per caso.
Il romanzo “La casa delle farfalle” ha uno stile ed un lessico semplice. Non appena si inizia la lettura si comprende il mistero che avvolge la casa ed i suoi personaggi. Si scoprirà tutto a poco a poco.
Ci ho messo un po’ ad inquadrare i personaggi, soprattutto Margherita la quale, con Anita, ha un rapporto un po’ complicato visto che hanno difficoltà di comunicazione.
La madre, ingenuamente, vorrebbe che la figlia non stringesse amicizia con Yoko, senza però spiegare perché. In modo un po’ tiranno le fa intendere “Lo dico io, ti deve bastare”. È una cosa che, nei genitori, non sopporto e penso che sia stato scritto così soprattutto per cercare di mantenere un certo grado di mistero.
Quando Anita comincia a leggere il diario, pensavo che sarebbe stato raccontato, cioè come se fossimo noi stessi Anita che leggeva; invece si torna indietro nel tempo, continuando la lettura sotto il punto di vista di Lucrezia.
La storia di Lucrezia mi ha preso molto. Non solo per quanto riguarda la storia d’amore, ma soprattutto per il rapporto che si instaura con la ragazzina giapponese: Yu Kari. Come per tutte le adolescenti, anche lei entrerà nella fase di ribellione portando conseguenze molto negative, facendo sì che si allontani da coloro che l’hanno praticamente cresciuta.
Mi sarebbe piaciuto leggere un po’ di più di come Lucrezia sia riuscita a farla uscire allo scoperto all’interno della casa delle Farfalle.
Will, invece, sembra essere una persona di buon cuore e mi chiedo come abbia fatto a riuscire ad ottenere il potere che ha, visto e considerato che è davvero troppo buono per essere un ufficiale.
Si torna poi nel presente dove scopriamo cose nuove ed altre saranno ancora da scoprire.
La lettura è molto scorrevole, ma io sono parecchio pignola ed in qualsiasi libro che leggo trovo sempre qualcosa che avrei voluto leggere in modo diverso. Come penso accada per ogni cosa di cui ci si appassiona. Difficilmente sono completamente soddisfatta.
Forse avrei voluto leggere qualcosa in più sul rapporto che si andava instaurando tra Anita e Filippo perché si innamorano, o almeno così sembra, da un giorno all’altro.
I personaggi all’interno di questo romanzo sono molto rancorosi, a mio parere, sebbene venga spiegato il motivo per il quale Lucrezia si sia chiusa in se stessa, abbia negato un certo affetto alla figlia sebbene l’amasse e trovo che, per rispetto nei confronti delle persone alle quali voleva bene, compresa Yu Kari, invece di essere scorbutica o ridere a crepapelle, avrebbe dovuto parlare.
Io penso che, qualsiasi cosa accada, si abbia sempre la necessità di chiarire, soprattutto per rispetto nei confronti degli altri. Lucrezia era ormai adulta, quindi avrebbe potuto mettere da parte l’orgoglio e fare una chiacchierata sincera con Yu Kari, con Margherita, con chiunque avesse bisogno di qualche spiegazione.
Lucrezia ha invece sempre continuato a voler ben a Yu Kari da lontano perché l’orgoglio ed il dolore hanno fatto sì che non chiarisse diverse situazioni portando così una conseguenza dietro l’altra.
Il romanzo si legge comunque bene, riesce a catturare il lettore e lo stile ed il ritmo sono appropriato al genere del libro. È una lettura piacevole.
La conclusione è quella che mi ha fatto storcere un po’ il naso visto che sembra essere tutto dimenticato, come niente fosse successo, in modo un po’ ingenuo, visto che, come è anche scritto nelle pagine del romanzo: ogni azione ha la sua conseguenza.
D’altro canto nulla avviene per caso. Nessun incontro. Nessun avvenimento ed è con questa convinzione che si deve iniziare a leggere questo romanzo.