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Le otto montagne
 
Le otto montagne 2018-09-13 12:11:33 pierpaolo valfrè
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
pierpaolo valfrè Opinione inserita da pierpaolo valfrè    13 Settembre, 2018
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Attrazione fatale

Ho letto, o meglio, ascoltato in audiolibro (prima esperienza che faccio di questo tipo) Le otto montagne di Paolo Cognetti e mi è piaciuto molto.
L’attrazione fatale a cui mi riferisco nel titolo è ovviamente per la montagna, dominatrice fredda, eterna e assoluta del romanzo, rispetto alla quale tutte le vicende umane sono insignificanti e passeggere.
E di umane vicende si occupa molto Cognetti nella sua storia, soffermandosi in particolare su due temi che ricorrono abbastanza frequentemente nella letteratura di tutti i tempi e di tutte le latitudini: il rapporto padri e figli (con la scoperta tardiva del padre) e l’amicizia fraterna, il sodalizio spirituale di una vita.
Cognetti ha uno stile semplice e lineare eppure, complice anche la bella lettura che ho ascoltato, in diversi punti mi ha davvero emozionato. Lo avevo già conosciuto con “Il ragazzo selvatico”, ma quest’opera successiva, vincitrice del Premio Strega 2017 è indubbiamente più completa e matura.
Nel suo blog Cognetti racconta che la storia gli è cresciuta tra le mani in modo spontaneo e naturale, ma a me sembra che la forza, la spinta propulsiva, il magnetismo che cattura il lettore fino alla fine senza cedimenti anche nei passaggi un po’ più “costruiti”, sia tutto nella prima parte, che ho trovato davvero magica.
Consiglio questo libro soprattutto a chi storce il naso al solo sentire nominare la montagna, associandola all’idea di noia e monotonia. Io credo che non vi annoierete affatto e se i ghiacciai, i laghi, i torrenti, “l’odore di stalla, fieno, latte cagliato, terra umida e fumo di legna” non fossero sufficienti a smuovere alcunché nel vostro animo cittadino, potrete sempre intrattenervi con riflessioni da perfetto “flâneur”, del tipo: davvero , o ancora, esistono persone che non possono sottrarsi al destino che hanno ricevuto con il sangue, l’educazione, la terra che hanno calpestato da bambini? C’è qualcosa per cui siamo nati e da cui dobbiamo farci guidare non tanto per essere felici, ma semplicemente per essere noi stessi? Se il mondo fosse fatto di otto montagne che circondano un monte altissimo, lo si conosce e capisce meglio salendo in cima alla vetta più alta o facendo il giro delle altre otto? E dal punto in cui ti trovi, in un torrente, il futuro è a valle, verso cui scorre l’acqua, o a monte, alle tue spalle?
Vi lascio il piacere di cercare le vostre personali risposte, ma sull’ultima domanda vi anticipo la risposta dell’autore:
“Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro è a monte. Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.”

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Commenti

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siti
13 Settembre, 2018
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Piaciuto tanto anche a me!
kafka62
14 Settembre, 2018
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Concordo totalmente, Pierpaolo, con la tua bella recensione.
Pierpaolo, la tua bella recensione è un ulteriore invito alla lettura di un libro che al momento non ho letto.
@ Laura e Giulio: sì mi ricordo anche io delle vostre belle rensioni. Su questo sito questo romanzo sta rivendo ottime valutazioni, come merita
@ Emilio: credo che ti piacerà e sono curioso di leggere la tua valutazione
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