Dettagli Recensione
L'arte di essere felici
Se avete voglia di ridere e sorridere, questo libro fa per voi. Mi ricorda il film Qualcosa è cambiato perché il protagonista, nonché la voce narrante, da vecchio rude e bisbetico diventa buono e dolce come il miele. Padre di una figlia fedifraga e di un gay, nonno di Federico, ha un buon rapporto con due vicini datati come lui. Ha anche una storia d'amore con un'infermiera matura e disponibile con cui inizialmente faceva solo sesso. Divertenti i suoi litigi con gli estranei con cui finge di essere un'autorità in pensione per spaventarli (e ci riesce). C'è un tocco spiacevole: la violenza domestica che riguarda una nuova vicina che lui cerca di aiutare.
Dal testo:
"A un certo punto della vita si apre un mondo finora inaccessibile, un mondo magico popolato da gente gentile, premurosa e affabile. Eppure la cosa più preziosa che si conquista con l’età è il rispetto. L’integrità morale, la solidarietà, la cultura sono nulla di fronte alla pelle incartapecorita, le macchie sulla testa e le mani tremolanti. Il rispetto è un’arma che permette all’uomo di raggiungere una meta per molti inarrivabile, fare della propria vita ciò che si vuole. Mi chiamo Cesare Annunziata, ho settantasette anni e per settantadue anni e centoundici giorni, ho gettato nel cesso la mia vita. Poi ho capito che era giunto il momento di usare la considerazione guadagnata sul campo per iniziare a godermela sul serio”. Pagina 12. Quindi, la vita comincia a settant'anni. Non più a quaranta, cara Marina Ripa di Meana.