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Gusci sospinti dalla corrente delle acque
La lettura di “Divorare il cielo” inizialmente mi prendeva, mossa dalla conoscenza iniziale dei personaggi.
Con l’andare avanti delle pagine, però, ho cominciato a percepire come fosse tutto completamente e soltanto raccontato.
Teresa, che narra in prima persona il suo passato, sembra apatica, come se nel raccontare non abbia alcun tipo di intonazione.
Racconta – velocemente – della sua infanzia ed adolescenza, ma non si riesce a percepire quando si sviluppò l’amicizia tra i ragazzi, né incomprensioni, né l’amore narrato.
Ci sono pochissimi dialoghi e non si riesce ad empatizzare con i personaggi che sono poco caratterizzati ed approfonditi. Quando l’autore potrebbe farlo, Teresa pensa di sorvolare, non chiedere, non disturbare. Una volta va bene, quando invece è sempre così ci si comincia a domandare se non sia voluto dall’autore stesso per non dover entrare nel dettaglio.
La protagonista del romanzo, a mio parere, non è caratterizzata al meglio, come gli altri personaggi della storia. È debole, succube, senza carattere. Basti pensare che più di una volta si lascia convincere a fare cose senza pensarci su, soltanto per cercare di sentirsi parte del gruppo senza però riuscirci mai. Si continua a sentire sempre una sorta di estranea (forse perché fa finta che non le importi nulla).
Ma anche Bern non è da meno, cerca un ideale da seguire e si butta a capofitto nel credere a determinate persone soltanto perché hanno la sicurezza nella loro voce.
E non parlano. Mai. O, quantomeno, parlano poco. Non discutono mai, non parlano dei loro dubbi, si lasciano trasportare e guidare, prima da uno, poi da un altro.
Persino i genitori di Teresa sono “strani”, per così dire. Non sono figure genitoriali sane; basti pensare che, per orgoglio o qualsiasi altra cosa, non hanno mai raggiunto la figlia. L’hanno semplicemente ignorata, alla fine. Scappando. Senza volerla vedere quando lei è tornata a Torino (il padre). La madre non ha invece fatto o detto niente per dissuaderla.
I personaggi sembrano tutti gusci vuoti sospinti dalla corrente delle acque.
Lettura sotto certi versi interessante che però si perde per cercare di creare suspance, rendendo i personaggi un po’ inverosimili che sembrano conoscere l’uso della parola soltanto in parte.