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Amicizia tossica
Un romanzo sull'amicizia maschile.
Amicizia tossica.
Carofiglio ci accompagna passo passo in quel tipo di rapporto sbilanciatissimo e pericoloso, in cui uno dei due subisce totalmente il fascino e il carisma dell'altro, fino ad un annebbiamento della realtà e all'incapacità di riconoscere la parte "malata" della personalità così tanto idolatrata.
Attrazione, fascinazione al limite della sottomissione e capacità di manipolazione da parte di chi è consapevole di avere questo potere sugli altri.
Giorgio e Francesco.
La tranquillità e l'inquietudine.
Lo studio, l'amore e la famiglia da una parte...il poker, i soldi e il sesso facile dall'altra.
Il brivido di sentirsi finalmente protagonista della propria vita, in grado non solo di manipolare le carte, ma anche il proprio destino e quello degli altri...è un brivido che dà alla testa, che fa deviare i percorsi, rivedere tutti i propri piani.
Un poker tanto per provare, poi un giro di telesina, il gioco delle tre carte, un chilo di coca in una scatola di scarpe, novanta milioni in uno zainetto...tutto diventa "normale".
Perché lo dice lui.
Perché lui lo fa.
Ma fino a che punto?
Fino a che punto si può barattare la propria coscienza per un'amicizia?
A metà strada tra romanzo di formazione e noir psicologico, Carofiglio fa un buon lavoro di scavo, con una scrittura asciutta e pulita ci fa immergere in una Bari che tanto pulita non è...
Pochi, ma decisivi tratti, a delineare figure complesse...come quella del tenente dei carabinieri Chiti, che ho amato fin da subito.
Ormai lo sanno anche i muri quanto io apprezzi questo autore, e in lui mi rifugio ogniqualvolta io provi il bisogno di "sentirmi a casa".