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Se tutti delirano, nessuno delira?
Aldo Nove immagina che Il professore di Viggiù – un uomo che dopo tanto peregrinare si stabilisce nel paese lombardo (“Villa Omero, si chiamava la dimora del Professore”) - consegni un manoscritto all’amico panettiere, il quale a sua volta lo affida allo scrittore affinché venga pubblicato.
Il manoscritto contiene verità rivelate, talvolta espresse in versi (“Io ero quel calore, quel calore era la Terra. E la Terra ero io”), teorie (“Se smetti di essere qualcuno, se smetti di cercare di esserlo, allora semplicemente sei”), assiomi (“Ogni cosa è desiderabile e degna di essere amata, perché ogni cosa è tutto”) e critiche rivolte alla società e all’economia globale (“La Finanza, che non è altro che un mostro prodotto dalla nostra immaginazione, è diventata l’unica realtà in cui tutti crediamo”).
Nella seconda parte dell’opera alcuni eventi surreali (“Il noto miliardario Gianluca Vacchi… ha subito l’attacco di un orso polare… Vacchi… uno dei più rappresentativi ed emblematici modelli del nostro tempo”) e paradossali (la Merkel viene divorata da un coccodrillo) sono spie della deriva di un mondo che poggia la propria organizzazione sui trucchi della finanza.
Il libro è un concentrato di teorie che simpatizzano per lo spiritualismo orientale e un agglomerato di eventi strampalati e deliranti che riecheggiano certe atmosfere alla Bukowski.
Giudizio finale: sincretistico, surreale, a tratti delirante (“Il delirio di gruppo non è diagnosticabile: se tutti delirano, nessuno delira”).
Bruno Elpis
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