Dettagli Recensione
Chissà
Filo conduttore del romanzo è il tema dell'abbandono, che all'inizio la scrittrice dipana con una certa abilità. Si intuiscono emozioni realmente vissute, vecchie pagine di diario riprese, episodi autobiografici rielaborati.
La prima parte è densa di realismo e i segni che la miseria lascia nell'anima e nel corpo dei personaggi arrivano senza filtri, così come le sensazioni controverse che suscitano.
Poi le tinte forti si attenuano, o per meglio dire si annacquano, la trama accusa qualche forzatura, risente di un certo sentimentalismo e diventa un tantino autoreferenziale.
Più di un lettore apprezzerà la svolta buonista, ma di fatto la narrazione perde in mordente e qualità.
Perché virare su contenuti da fiction televisiva quando con un po' di coraggio si poteva realizzare un'opera letteraria di spessore? Esigenze commerciali o talento limitato? Chissà.
Indicazioni utili
- sì
- no