Dettagli Recensione
Sotto lo stesso cielo
Ho letto "Sotto lo stesso cielo" in appena quattro tragitti di treno (sono un pendolare), questo non perché io sia soltanto un topino di biblioteca, un Firmino chiuso nel suo mondo fatto di carta, di storie che vivono, si raccontano, si fanno prendere, catturare... questo è un fatto, ed è vero! Ma per me, Loro, i libri, quelli che sanno emozionare con il fruscio di vicende tessute pazientemente, di volti, di sensazioni e colori, sono sempre stati i miei amici più intimi.
"Sotto lo stesso cielo" è diventato uno di loro. Oggi c'è un amico in più che brilla tanto quanto i classici presi in prestito dalla biblioteca del liceo o a quella comunale. Non fa differenza il nome dell'autore quando c'è di mezzo una bella storia; i Calvino, gli Andrea de Carlo, ora il giovane talentuoso Christian Bergi... Dunque, ero rimasto al treno! Già il treno... l'ho letto, dicevo, in soli quattro viaggi perché è rapido, scorre veloce, va dritto dove serve... È un racconto corale "Sotto lo stesso cielo". Una treccia di volti, storie, luoghi. C'è Ilaria, il liceo, i suoi amici... C'è Kiko, Marcello, Antonio, Giulia, aerei che volano alti nel cielo. C'è un amore; forse. C'è un uomo maturo. Ce ne sono due; lontani, vicini, con i loro affetti e gli effetti che ne derivano. Non dico altro. Precipitano troppo talune circostanze lungo il percorso? Non so! Non saprei. In fondo, la vita va sempre a velocità variabili...
[...] Avvicino il fiammifero e la fiamma si accende. In aria, ora, tra mille gocce c'è una luce triste che esplode, e tra la pioggia un sorriso amaro che nasce e poi muore.
Il mio.[...]