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Madre
Avrei potuto dire di no all’Angelo? Certo che avrei potuto, altrimenti il sì non avrebbe avuto alcun valore. (p.34)
Maria Pia Veladiano riflette sulla possibilità della scelta che riconosco sempre come azione di libertà. Un Figlio sceglie Maria come Madre e Lei accetta. Sono anche i figli che ci desiderano madri e padri e ci insegnano a guidarli. Lasciando che ci attraversino, apprendiamo l’arte di lasciar andare, di non capire. Perché non capire, in molte situazioni, è un’arte. Bisogna fidarsi, bisogna perdonarsi, consentire la luce. I figli e le figlie del mondo sono di carne e di sangue, per questo fanno male. Apprendiamo ad amare senza capire e a svelare la relazione di éros, il legame di noità di uomini e di donne. “Vedere è meno di sapere” e la maternità lo sa.
Sono stata tentata.
Di dire non sia mai che lui sia l’inizio e la fine.
Ti chiedo che la sua fine sia quella di tutti
piegato d’anni o di stanchezze o di malattia
ma non dall’odio, a sentire i colpi impensati.
Non si mette al mondo un bambino
per il dolore.
Quando all’inizio ho detto sì, come ho potuto?
...
Se io dimentico l’Angelo,
niente è accaduto, e lui è un bambino
normale.
...
Ma che non sia mio figlio.
Sono stata tentata di sperare che capitasse a un altro figlio.
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