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Scherzetto
 
Scherzetto 2018-07-22 13:15:40 manuelaagosto
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manuelaagosto Opinione inserita da manuelaagosto    22 Luglio, 2018
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Riflessioni e bilanci

Un duello impari tra un nonno ultrasettantenne e un nipote di quattro anni, chiusi in un appartamento, praticamente soli. Il vecchio vive da molti anni solo, dopo la morte della moglie, a Milano, trascorrendo il tempo a fare quello che ha fatto una vita intera: illustrare favole e dipingere. E’ stato famoso e adesso vive di rendita non volendo rendersi conto che il tempo è trascorso e con esso anche la sua notorietà. Il confronto con il nipote gli gioca un brutto scherzetto. Fare i conti con se stesso, con la vecchiaia che avanza, con un inaridimento del suo estro creativo. Ritornare nella vecchia casa di adolescente a Napoli fa riemergere i fantasmi, opportunamente sempre repressi, di un ragazzo che poteva imboccare una brutta strada e che invece si è salvato dipingendo. E’ stato un uomo distratto, ha amato, sì, la moglie e la figlia Betta ma distrattamente, non volendo farsi coinvolgere dai sentimenti e dai problemi della vita, rinchiuso nel suo bozzolo fatto di colori, l’unico vero piacere della sua vita. E così la vita è trascorsa e ora si trova a confrontarsi con un nipote che ha visto sì e no due volte, un piccolo ometto in miniatura, che parla come un libro stampato, che sa fare cose impensabili per la sua età, saccente e petulante.
I genitori lo hanno educato in modo sovradimensionato rispetto all’età e in questo piccolo essere c’è il convincimento di saper fare tutto, che si confonde, giustamente, con il suo credere che tutto è un gioco con effetti a volte preoccupanti.
Nonno per forza, infastidito di non poter lavorare alle sue tavole da illustrare, diventa il paradigma di tutte quelle persone che, giunte alla vecchiaia, fanno bilanci sulla vita trascorsa e a volte i conti non tornano mentre, intanto, il tempo si dilata e si stira e si cerca una qualsiasi cosa che ne dia un senso, che faccia ritrovare il piacere di stare soli con se stessi.
Il piccolo Mario fa da contraltare alle paranoie del vecchio illustratore, una bomba pronta a esplodere, troppo compresso nella sua “adultità” prematura e imposta. Quando libera la sua forza di bambino ci è anche più simpatico anche se spiazza il povero nonno che non sa imbrigliare tanta potenza e un poco la invidia.
Un libro che ti fa lo scherzetto di farti riflettere. A volte serve.

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