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Il richiamo del mare
“Rabbrividì nel capire che, fino a quel momento, si era temprato a mille forme di dolore, dal tradimento all’abbandono, dalla solitudine alla paura. Perfino all’assenza dei genitori e allo straniamento del non sapere chi fossero, si era abituato. Ma al tradimento e all’abbandono di una parte del suo corpo non era affatto pronto e non lo sarebbe mai stato”.
Marco ha diciotto anni, passato da una famiglia affidataria all’altra, ora, compiuta la maggiore età, può contare solo sulle sue forze. È un ragazzo forte, temprato dal dolore ma non ancora del tutto disilluso anche se la vita non è stata generosa con lui.
L’acqua lo richiama a se, come una sirena insistente, lui vuole volare in quel blu intenso perché sa che solo così tutto il dolore scompare. Ma la vita non ha ancora smesso di chiedere a questo ragazzo, o forse gli vuol dare una possibilità?
Salvatore Basile racconta una storia di cui non vorresti mai vedere la fine. Non è un libro che si legge tutto d’un fiato, va gustato lentamente, assaporandone ogni sfaccettatura perché questa storia ha davvero tanto da dire e da far emozionare.
“Tu hai sempre parlato poco, figlia mia, soprattutto con me. Ma che ti credi? Certi silenzi c’hanno dentro le parole. Le parole che non si dicono… e soprattutto quelle che non si vogliono dire. Ma un padre se le impara a sentire, quelle parole… se le va a rubare da dentro al silenzio e poi s’impara pure a capirle. Se no che padre è?”.
Uno stile ricercato, profondo ma mai pesante. Una storia con il gusto del mare, il suo profumo e il suo infinito.
Un libro che consiglio vivamente e di cui mi porterò il ricordo dietro per molto tempo.
Buona lettura!!!
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Grazie.
Federica
Fede
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