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Incontri inaspettati
Una Torino grigia e immalinconita dall’inverno fa da sfondo alla vicenda narrata in questo breve romanzo di Giovanni Arpino. Un impiegato quarantenne e una novizia di vent’anni s’incontrano ogni sera, da tempo, alla fermata del tram; i due si cercano pur in assenza di parole e quando la scena degli incontri si sposta dalla strada al pianerottolo al quarto piano di un condominio – e lì sì che le parole diventeranno tante – finiscono per emergere del tutto due solitudini inquiete che si chiedono aiuto a vicenda al fine di salvare le rispettive esistenze destinate altrimenti a concludersi molto diversamente.
Pubblicato sul finire degli anni Cinquanta, “La suora giovane” è un testo, scritto pressoché sotto forma di diario, che fotografa piccoli scenari di quel decennio divisi tra città e provincia. Molto ben caratterizzato il protagonista maschile, Antonio, “quel niente travestito da uomo ammodo” che si porta dietro un eterno senso di infelicità e indecisione che gli corrode l’anima, mentre lei, Serena, la novizia prossima ai voti, colpisce fin da subito per la lucida iniziativa che, inseguendo semplici sogni di ragazza, condurrà a un finale inaspettato. Particolarmente suggestivi gli scenari di Piazza Vittorio Veneto, della Gran Madre e del Po, sapientemente ritratti tra queste pagine nelle loro atmosfere notturne.
Davvero una bella scoperta Giovanni Arpino, prolifico e poliedrico autore del Novecento e vincitore del Premio Strega nel ’64. Indubbiamente da approfondire.
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