Dettagli Recensione
Smottamenti emotivi...
Parlare di questo libro non sarà affatto facile, soprattutto non sarà facile trovare parole che rendano l'idea...perché quelle usate dalla Milone sono le uniche possibili, sono quelle giuste.
Sono feroci e delicatissime.
Brutali e poetiche.
Perché in fondo è proprio su questo contrasto, su questo chiaroscuro, che si fonda il rapporto tra una donna e il suo bambino appena nato (e ancor prima che nasca).
La Milone toglie tutto lo zucchero a velo che solitamente ricopre questo momento della vita di una donna...e chiama le cose con il loro nome, senza abbellimenti sociali, senza fronzoli, senza pudore alcuno.
Dà voce ai cedimenti, agli smottamenti emotivi, al "pianto delle sette", al terrore paralizzante di scoprirsi necessari.
La nascita di un figlio, del primo figlio in particolare, ti sconquassa...e non solo fisicamente...ti spacca in mille parti.
Il parto, che la scrittrice qui viviseziona passo passo, è sconvolgente, comunque tu voglia raccontartelo...e poco importa che le donne lo facciano dall'inizio del mondo, accovacciate dietro i cespugli o su di un lettino ospedaliero, quando ci sei tu lì sopra vuoi solo che il dolore finisca presto, che il tuo corpo ritorni ad essere tuo.
E dopo quel viaggio lacerante, a nascere si è sempre in due.
"Vuole qualcosa che io non le so dare, chè anch'io, come lei, sono nuova da poco, e il fatto che io abbia le parole, abbia più tempo e capelli, più pelle, più cervello e vista, più peli e anche più grasso, che io sia la madre e lei la figlia, non serve a niente, non significa niente.
Significa solo che buona parte di me deve rinascere da capo"
Cambia la percezione del tempo.
Tempo che viene strappato via tutto all'impovviso, ma anche tempo che si dilata...non passa, diventa pesante e appesantito da quell'altro figlio che nasce insieme al tuo, il sonno.
Il sonno che diventa "persona", che prende posto nel corpo, si allarga in tutte le direzioni, lo invade, lo bracca senza pietà.
È un romanzo viscerale, corporeo, carnale...che puoi sentire, toccare, e da cui ti senti toccato.
Dentro c'è ogni donna, anche quella che crede di non esserci, c'è lo sguardo maturo di chi non ha paura di ammettere il proprio desiderio di fuggire, il proprio disorientamento.
Perché dopotutto...paura, rifiuto, sconcerto, rabbia, tristezza...sono tutti passaggi attraverso cui passa l'amore.
"CAMMINARE CON TE È BUIO, PERDERTI È L'ABISSO.
DEVO FIDARMI DEL BUIO."